SCUOLA

 La “bozza Israel” e la scuola dell’infanzia:
molte le cose da rivedere

Marco Coerezza, il Sussidiario 4.4.2009

La cosiddetta “bozza Israel” sulla formazione iniziale degli insegnanti che opereranno nella scuola dell’infanzia prevede:

- l’acquisizione di una laurea a ciclo unico per scuola dell’infanzia e scuola primaria;

- un percorso di studi quinquennale comprensivo di un’attivitą di tirocinio a partire dal secondo anno;

- al termine del percorso di studi i laureati conseguiranno l’abilitazione all’insegnamento sia per la scuola dell’infanzia sia per la scuola primaria.

Lo stesso testo prosegue affermando che l’efficacia di tale percorso dipende da due fattori: «la sua finalizzazione alle esigenze formative specifiche» degli insegnanti di scuola infanzia e della scuola primaria e la «forte integrazione» tra la scuola e l’universitą lungo il percorso formativo.

Qualcuno (non molti per la veritą: nonostante la scuola dell’infanzia sia il segmento del sistema migliore sotto il profilo istituzionale, organizzativo e pedagogico-didattico nessuno se ne accorge e ne trae intelligentemente le necessarie conseguenze) si č meravigliato del contenuto della proposta ritenendola esagerata per i tempi lunghi dell’iter di formazione e per l’omologazione del percorso formativo della scuola dell’infanzia con quello della scuola primaria. In realtą invece, io trovo in essa una logica coerenza con l’impianto delle Indicazioni per il curricolo del 2007 che hanno portato a compimento uno stravolgimento, organico e sistematico, dell’impianto dato alla scuola dell’infanzia nelle Indicazioni per i piani personalizzati delle attivitą educative nelle scuole dell'infanzia e iniziato con una lettura molto parziale degli Orientamenti dell'attivitą educativa nelle scuole materne statali del 1991.

L’assetto pedagogico e didattico della scuola dell’infanzia č stato fatto ruotare intorno all’asse delle attivitą, formalizzate per quanto l’etą e la condizione dei bambini lo permette, sminuendo e depotenziando l’azione educativa globale che ha la sua origine nella cura e nel gioco come fattori introduttivi alla civiltą e alla conoscenza della realtą globale. La strumento che č all’origine di questo stravolgimento č l’appiattimento sull’interpretazione disciplinarista della conoscenza e dell’apprendimento a dispetto della realtą stessa. Infatti, chi ha fatto esperienza con i bambini che frequentano la scuola dell’infanzia e con l’organizzazione della stessa sa benissimo che tale impostazione – che fa leva sul possesso di conoscenze disciplinari relative agli ambiti di insegnamento linguistico-letterari, matematici, di scienze fisiche e naturali, storici e geografici, artistici, musicali e motori – poco ci appiccica con l’interesse e con la modalitą tipica di funzionamento del pensiero a questa etą; anzi il forzare in questa direzione sarebbe un imbarbarimento della didattica e un pericoloso ritorno della “funzione preparatoria” della scuola dell’infanzia nei confronti della scuola primaria. Ma questo i professori membri della “Commissione Israel”, che forse non conoscono bene questo mondo, non lo potevano sapere.

La scuola dell’infanzia ha bisogno di essere riconosciuta nella sua specificitą istituzionale, pedagogica e didattica e di conseguenza dobbiamo ritagliare un percorso di formazione degli insegnanti che si misuri sulla realtą di questa istituzione e non sull’ideologia pedagogica .