La tesi è di un docente americano che considera i
college "generici e chiusi"
"L'università ha 10 anni di vita" Alessio Balbi, la Repubblica 27.4.2009 Le università come le conosciamo oggi stanno per sparire, abbattute dalla tecnologia. La previsione non viene da qualche collettivo studentesco in polemica con i baronati, ma proprio da un professore, che vede allargarsi crepe sempre più evidenti nella struttura dell'università tradizionale. Secondo David Wiley, docente di Tecnologie dell'Istruzione all Brigham Young University, nello Utah, gli studenti sono sempre più lontani dall'attuale modello educativo, che prevede di partecipare alle lezioni recandosi fisicamente in aula a un orario stabilito rimanendo seduti per un'ora ad ascoltare il professore. I college, dice Wiley, sono "pieni di vincoli, isolati, generici e chiusi". Mentre gli studenti vivono in un mondo nel quale l'informazione è disponibile su richiesta, ogni contenuto può essere condiviso su internet, tutto è interconnesso e mobile. Secondo Wiley, dunque, il sistema universitario odierno non sopravviverà per più di dieci anni. Nella mente di Wiley e di altri che negli ultimi anni stanno immaginando l'università del futuro, la prossima generazione di matricole troverà l'audio di qualunque lezione gratis su internet, e potrà scaricarlo e ascoltarlo ovunque. Le dispense dei corsi saranno condivise tra le università, i laboratori saranno virtuali e i libri di testo saranno gratuiti. Sembra un sogno da visionari, ma non lo è. Il successo di iniziative come l'OpenCourseWare del Massachusetts Institute of Technology (50 milioni di persone hanno scaricato i materiali didattici messi a disposizione gratuitamente online dal 2002) dimostra che la richiesta risorse educative di qualità liberamente accessibili è altissima. E non è affatto detto che i risultati di una lezione faccia a faccia, in termini di apprendimento, siano migliori di quelli ottenuti ascoltando un professore che parla in cuffia. Un recente studio della State University of New York in Fredonia ha dimostrato che gli studenti universitari che scaricano i podcast delle lezioni e li ascoltano per conto proprio agli esami vanno meglio di quelli che partecipano alle lezioni. Secondo Dani McKinney, autore della ricerca, il vantaggio degli audio on-demand risiede principalmente nel fatto che la registrazione può essere fermata e replicata in ogni momento così da comprendere le parti più difficili che possono sfuggire a un primo ascolto. Un altro raggio di luce su quello che potrebbero diventare le università nei prossimi anni l'ha gettato l'Imperial College di Londra, dove gli studenti di medicina fanno pratica in un ambiente virtuale tipo Second Life, dove imparano a visitare pazienti, prescrivere visite specialistiche, consultare i colleghi e fare diagnosi. Sono tutte tecnologie che non sostituiranno l'università, ma la cambieranno profondamente. Per sostenere un esame o laurearsi, spiega Wiley, bisognerà sempre rivolgersi a un'istituzione che sia legittimata a emettere titoli di studio. Ma la conoscenza diventerà sempre più diffusa, finendo gratuitamente nelle mani di chiunque abbia la volontà di apprendere. |