La scuola dei leghisti

Pasquale Almirante, La Sicilia 2.8.2009

Che sia un modo, pesante, che la Lega Nord utilizza per tenere in allerta i suoi elettori sembra abbastanza chiaro, anche perché se si vuole ostacolare la migrazione di insegnarti meridionali in Padania basterebbe differenziare il punteggio per i residenti, grazie alle agevolazioni del federalismo scolastico.

Perché allora il parlamentare leghista nella commissione cultura della camera, presieduta dall'on. Aprea (Pdl), ha tentato di inserire l'emendamento con cui si chiede che il Comitato di valutazione regionale per gli insegnanti accerti «il livello di conoscenza della storia, della cultura, delle tradizioni e della lingua della regione in cui vogliono andare ad insegnare»? Con ogni probabilità è una ulteriore provocazione per affossare definitivamente la proposta di legge dell'Aprea (avviata già dall'on. Napoli, An, ai tempi di Moratti e oggi arrivata alla sua terza modifica) che stabilisce il nuovo stato giuridico dei docenti, la carriera, la governance della scuola e il reclutamento. E a riprova c'è la presa di distanza della ministra Gelmini nei confronti della commissione Aprea, e sia le dichiarazioni del leghista Cota: «Le proposte di riforma della scuola le deve fare Gelmini e non affidarle a estemporanee proposte anche se provenienti da presidenti di commissione». Aggiungiamo ancora che la ministra ha costituito un'altra commissione (Israel) col compito di redigere una nuova modalità di reclutamento dei docenti, dribblando il similare progetto della commissione cultura, mentre le modifiche alla governance (quelle che ancora oggi sono i decreti delegati) della scuola appaiono già sul nuovo ordinamento della istruzione superiore tecnica, professionale e liceale che partirà nell'anno scolastico 2010/11.

E se la maggioranza tenta di defilarsi dal progetto di Aprea (che onorevolmente in commissione ha fatto di tutto per un testo bipartisan) anche la minoranza scappa, dopo le proteste dei precari e i mugugni dei sindacati, contrari soprattutto all'albo regionale dei docenti e alla chiamata diretta dai presidi (oggettivamente scandalosa). E così la proposta più interessante, il nuovo stato giuridico (tre livelli da raggiungere: iniziale, ordinario ed esperto con un corso-concorso compresa la vicepresidenza) rischia di svanire, come ha capito bene Aprea che ha subito chiuso bottega, aspettando tempi forse migliori.