Prof in catene e sit-in:
riparte la protesta contro i tagli nella scuola
A manifestare sono in particolare i precari che
hanno sempre lavorato con contratti annuali (da settembre a giugno)
e ora rischiano di rimanere a casa per effetto del contingentamento
dell'organico.
Il Sole 24 Ore,
30.8.2009
Docenti in catene, sit-in sotto gli ex
provveditorati, insegnanti che salgono sui tetti in segno di
dissenso. Riparte (con la chiamata sul web)
la protesta
della scuola contro i tagli. A manifestare sono i precari che
per una vita hanno lavorato con contratti annuali (da settembre a
giugno) e ora rischiano di rimanere a casa per effetto del
contingentamento dell'organico (meno 42 mila posti per gli
insegnanti e 15 mila per ausiliari tecnici e amministrativi). In
tutta Italia sono 16.500 i prof. che potrebbero restare a piedi e in
molti si stanno organizzando per far sentire la loro voce a partire
dal 1 settembre, giorno in cui scatterà, come ha indicato il
ministero, l'assegnazione delle supplenze.
Ieri a
Benevento 7 insengnanti precarie con 10 anni di contratti a
tempo alle spalle sono salite sul tetto dell'ufficio scolastico e
vogliono rimanerci finché non otterranno garanzie. A
Milano
i prof. hanno annunciato che si incateneranno davanti all'ufficio
scolastico provinciale, «fino al ritiro dei tagli». A lanciare la
protesta,
il coordinamento lavoratori della scuola "3 ottobre" secondo cui
«oltre 1.000 lavoratrici e lavoratori precari, tra insegnanti e
personale Ata, sono attualmente disoccupati» nella loro provincia.
Stessi problemi a
Torino
dove sempre l'1 settembre é in programma un sit-in all'Usp dalle
11.30 alle 15, organizzato dai tre sindacati confederali.
A Venezia
la protesta é scattata già il 25 agosto, si prevedono repliche. I
siti e i gruppi su Facebook dei precari pullulano di annunci di
manifestazioni, la chiamata alle "armi" avviene soprattutto sul web
dove si lanciano idee come quella di una mega-protesta a Roma di
tutti i precari nazionali. A
Palermo,
intanto, c'é chi fa lo sciopero della fame, mentre i Cobas sul loro
sito pubblicizzano un fitto calendario di contestazioni: la più
clamorosa sarà lo sciopero della seconda metà di ottobre,
probabilmente il 23. Ma ben prima scatteranno iniziative nelle
scuole. Il 15, ad esempio, a ridosso della riapertura, il sindacato
invita i docenti ad indossare abiti "tagliuzzati" con sopra la
scritta: «No ai tagli. Difendiamo la scuola pubblica». Al contempo,
annunciano i cobas, «verranno fatte diffide ai presidi in merito al
sovraffollamento delle classi». Tra il 15 ed il 22 sono in programma
manifestazioni dei sindacati di base ai provveditorati. Poi le
assemblee, infine lo sciopero.