INTERVISTA A BENEDETTO VERTECCHI

Rapporto sugli esami alle medie,
al Centro-Nord studenti più bravi

L'istituto rileva comportamenti "opportunistici" da parte degli
studenti del Sud e rivede i dati al ribasso. Fioccano le critiche

 La Stampa 10.8.2009

ROMA
Al termine della scuola media inferiore la preparazione dei nostri alunni varia in base al sesso e alla regione dove si è studiato: le ragazze, soprattutto al centro-sud primeggiano in italiano; i ragazzi del nord invece in matematica. I dati provengono dall’Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione presieduto da Piero Cipollone, che ha reso noto i dati della rilevazione campionaria sulla prima prova standardizzata per l’esame di licenza media svolta il 18 giugno scorso dai 560mila candidati sparsi per i 6mila istituti italiani.

Anche se il campione studiato riguarda meno di un quarto delle scuole (le 1.304 che appena terminate le prove hanno inviato on line i risultati all’Invalsi) emergono dati significativi, peraltro suddivisi per regioni, che confermano tendenze già in atto da alcuni anni: «In generale - si legge nel rapporto finale esteso dall’Indire - si osserva che gli allievi del Centro-nord conseguono risultati significativamente più elevati rispetto a quelli del Sud». La prova nazionale, i cui esiti da quest’anno valgono anche i fini della valutazione finale dai candidati, si compone da una parte di una serie di quesiti incentrati sulla comprensione dell’italiano (articolati a loro volto nella verifica della grammatica, della comprensione di un testo narrativo e della comprensione di un testo espositivo) ed un’altra di matematica.

Nella lingua nazionale i risultati sono buoni per quanto riguarda la grammatica, ma decisamente più bassi nelle due prove di comprensione: «I ragazzi - ci dice oggi l’Invalsi hanno avuto minore difficoltà a rispondere ai quesiti di grammatica, fornendo risposte corrette in media al 71% dei quesiti, mentre tale percentuale scende al 65,9% per i quesiti relativi alla comprensione del testo narrativo e al 64,6% di quelli relativi alla comprensione del testo espositivo». Gli esiti però sono molto diversi a seconda delle regioni: «Nella prova di italiano, in tutte le sue componenti, le ragazze - conseguono risultati più elevati di quelli dei ragazzi nelle regioni centro-settentrionali del Paese, mentre questa differenza non è statisticamente rilevante per il Sud».

Ancora meno omogenei sono i risultati delle verifiche riguardanti la "bestia nera" degli allievi italiani: la matematica. «Si riscontrano - sostiene l’Indire - risultati più diversificati tra i diversi ambiti; gli esiti sono stati in genere molto buoni per i contenuti relativi ai numeri naturali, frazioni e decimali, numeri interi, rapporti, proporzioni, percentuali, per i quali le risposte corrette superano in media l’80%; per altre aree di contenuto come quella relativa a "Relazioni e funzioni" i risultati sono meno soddisfacenti». E anche per la matematica è a livello territoriale che si registra la maggiore diversificazione: «I ragazzi del Nord - dicono dall’istituto di valutazione fiorentino - a differenza dei loro coetanei delle altre regioni italiane, hanno ottenuto punteggi in matematica decisamente più elevati di quelli delle ragazze».

L’Invalsi ha tenuto a precisare, senza però specificare le differenze, che i dati originari inviati dalle commissioni d’esame non avevano fatto registrare questo tipo di conclusioni. Ma secondo l’istituto di valutazione nazionale «dal campione emergono, in maniera evidente, dei segnali che indicano comportamenti opportunistici in alcune scuole. Questo fenomeno - sottolineano i valutatori - ha richiesto una procedura di correzione dei dati (editing statistico) per eliminare l’effetto distorsivo prodotto dai suddetti comportamenti anomali. Le analisi proposte fanno riferimento, quindi, ai dati netti, ovvero dopo la procedura di editing statistico».

Ma secondo repubblica.it l’opera di attenuazione dei «comportamenti opportunistici», che ha portato all’elaborazione della tabella dei «punteggi medi corretti» è stata realizzata per «ristabilire i reali valori in campo: primi i ragazzini nel Nord, secondi i compagni del Centro e buoni ultimi quelli del Sud». «Ma non si era detto che al Nord ci sono tantissimi (troppi) professori meridionali? Al Nord i prof meridionali non aiutano gli studenti e al Sud gli stessi, danno una mano ai propri alunni? O è anche possibile ipotizzare che gli alunni del Sud sono più furbi di quelli del resto d’Italia?».

Prendendo spunto dagli esiti prodotti dagli alunni provenienti da famiglie di immigrati - al nord i loro risultati sono ampiamente inferiori a quelli dei compagni, sia in lingua sia in matematica, mentre al sud il divario è molto meno accentuato soprattutto in matematica - la testata nazionale prova a dare una spiegazione diversa. «E se l’anomalia venisse spiegata diversamente? Nelle elaborazioni Invalsi i risultati vengono anche disaggregati in base all’origine degli alunni: italiani (autoctoni) o non italiani. I punteggi degli alunni stranieri, anche per via del test di lingua italiana, sono di gran lunga inferiori a quelli dei coetanei nostrani». «E siccome nelle regioni settentrionali la percentuale di alunni stranieri è sei volte superiore a quella delle regioni meridionali. Perché i migliori risultati del Sud devono essere attribuiti a comportamenti anomali e non alla minore presenza di alunni stranieri?».