Il ciclone Gelmini:
Fra tre settimane si torna in classe. Natalia Poggi Il Tempo, 26.9.2009 Portoni chiusi neanche un mese fa e già da riaprire. Durante la settimana entrante negli istituti scolastici superiori si celebreranno gli esami di riparazione. C'è un esercito di seicentomila studenti che deve recuperare i debiti scolastici accumulati l'anno passato. Per loro è stata un'estate sui libri, tra lezioni private - secondo l'Istat un business di più di 3 miliardi di euro - corsi di recupero organizzati dalle scuole con i professori e i compagni più bravi, lezioni su file mp3 e sui siti specializzati on line. Beatrice, filiforme e color del latte, (ha frequentato il IV ginnasio in un liceo romano) deve recuperare greco, latino e matematica. «Mica uno scherzo - dice tra un ripasso e l'altro - tutto luglio ho frequentato i corsi a scuola mia. Comunque sono riuscita lo stesso ad andare a fare un corso di 15 giorni in un college inglese. L'avevamo prenotato in inverno! E ora incrocio le dita». Perchè se non supera le verifiche (scritte e orali) delle materie deficitarie dovrà ripetere l'anno. E con lei restano sospesi ben il 28,6% degli studenti delle superiori. Cifre impensabili neanche una manciata di anni fa ai tempi del buonismo e del lassismo generalizzato. La sferzata che il ministro dell'Istruzione Maristella Gelmini ha dato alla scuola italiana sta dando i suoi primi frutti. E l'anno scolastico 2009-2010 sarà decisivo. A cominciare dalla scuola dell'infanzia dove si potranno iscrivere anche i piccoli di due anni e mezzo. Ma la novità più consistente riguarda le elementari dove è saltato il «modulo» (tre insegnanti su due classi) con l'introduzione di una figura nuova (ma antica) e cioè il maestro prevalente. Una riforma contestatissima all'inizio e che, invece, non comporterà nessun disagio alle famiglie. Le scuole gestiranno in autonomia l'organizzazione dell'orario e non è prevista nessuna restrizione al tempo pieno. Le ambizioni della Gelmini non si fermano qui. «Per la prima volta in Italia dopo la riforma Gentile del 1923 - ha spiegato più volte il ministro - si mette mano alla scuola con una riforma organica di tutti i cicli (elementari, medie, superiori). Elementari e medie cambiano dal primo settembre 2009, le superiori dal primo settembre 2010». I principi ispiratori di questa rivoluzione sono più chiarezza e opportunità per le famiglie, più efficienza, semplificazione e snellimento dell'organizzazione e delle procedure, valorizzazione del ruolo dei docenti ecc. L'obiettivo è la risalita della scuola italiana dal baratro in cui è sprofondata. Un altro settore strategico: la scuola media. Dal 2009/2010 le classi saranno articolate in 29/30 ore settimanali. E poi il cosiddetto inglese potenziato e cioè la possibilità per le famiglie, al posto di due lingue straniere, scegliere 5 ore di inglese a settimana. Infine c'è la grande scommessa della riforma delle superiori che partirà nel 2010. Al posto dei 750 indirizzi (tra sperimentazioni e ordinamenti) attualmente esistenti ce ne saranno 20: 9 per i licei (classico, scientifico, delle scienze umane, linguistico, musicale e artistico con tre indirizzi) e 11 per gli istituti tecnici. Anche qui potenziamento dell'inglese che diventerà obbligatorio per cinque anni. Rinforzi pure per la Matematica e le Scienze. In tutte le scuole saranno rilanciati i laboratori come «veri e propri centri di innovazione attraverso la costituzione di dipartimenti di ricerca». Anche gli istituti tecnici saranno rivoluzionati. I 204 indirizzi diventeranno 11, due per il settore economico e 9 per quello tecnologico. Il ministro Gelmini definisce come prioritario il rapporto tra la scuola e il mondo del lavoro. Infatti al quinto anno sarà possibile svolgere stage aziendali. Contemporaneamente gli istituti «si apriranno al mondo del lavoro con esperti e professionisti che potranno entrare nel comitato scientifico della scuola». Poi l'introduzione di una nuova materia: Cittandinanza e Costituzione. La riforma della scuola targata Gelmini è pienamente sostenuta anche dal ministro della Gioventù Giorgia Meloni. «Ha interrotto quella sperimentazione infinita e profondamente ideologizzata che in alcune scuole aveva sostituito i corsi di matematica o latino con quelli di cucito - ha detto recentemente Meloni - Inoltre ha ribadito che non c'è alcuna conflittualità tra merito ed eguaglianza, ma solo tra merito ed egualitarismo. La politica del '68 ha imposto la parità dei risultati nel punto d'arrivo, utopia devastante per il nostro sistema scolastico e universitario». |