Maturità, palla ai docenti

Pasquale Almirante, La Sicilia 23.8.2009

La palla ora passa ai collegi dei docenti che dovranno prendere conoscenza del nuovo regolamento sulla valutazione (DPR numero 122/2009) e attuarlo, anche se qualcuno dovrà loro spiegare se è applicabile già da subito, coi ragazzi che hanno debiti da recuperare a settembre, oppure se parte col nuovo anno scolastico. In ogni caso per l'ammissione agli esami di Stato occorrerà non più la media del 6, ma il 6, minimo, in tutte le materie, religione inclusa. E qualcuno dovrebbe pure cominciare a elaborare le proiezioni della percentuale dei non ammessi che sicuramente dovrebbe continuare a lievitare benché sarebbe più serio se si pensasse di riformulare tutto il sistema degli esami di diploma, cominciando dal togliere sia questa prima selezione, che appare incomprensibile dopo 5 anni di studio, sia il voto unico, introducendo un giudizio analitico sulle capacità e le competenze disciplina per disciplina.

Ma il nuovo regolamento azzera non solo la sentenza del Tar, secondo cui i docenti di religione non possono partecipare agli scrutini, né la materia concorrere all'assegnazione dei crediti, ma anche tutto il dibattito che si era innescato, mettendo però centrali i professori e periferici gli alunni. Non è infatti in discussione l'insegnamento della religione cattolica, ma i suoi risultati.

Facciamo un esempio. Due alunni con la stessa, ma insufficiente media per essere promossi hanno bisogno del voto del consiglio di classe: il primo viene graziato perché il docente di religione ha votato a favore, il secondo bocciato perché, non avvalendosi, non può contare su quel voto. Stesso discorso coi crediti scolastici per i punteggi agli esami di Stato. E allora: chi tutela i diritti delle minoranze? Non sarebbe giusto pagare docenti alternativi per equiparare crediti e voti?

Per i ragazzi che non si avvalgono infatti non ci sono né insegnanti ad hoc né occupazioni facoltative né è previsto altro se non la buona volontà di qualche preside. E così loro perdono sia un'ora di istruzione sia un elemento in più di giudizio, compreso un credito per avere seguito la religione della loro famiglia o quella della loro coscienza. Più che assoldare crociate di parole, non sarebbe più etico assoldare docenti per consentire a tutti le pari opportunità costituzionali e culturali?