SCUOLA
Domani al via due-giorni
Su contratti 'disponibilità' rimane incognita
delle regioni ApCOM, 2.8.2009 Inizia domani la due giorni di incontri tra i vertici del ministero dell'istruzione e i sindacati nazionali (Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda) per definire le linee di condotta da adottare sulla questione precari: domani si svolgerà un confronto di carattere prettamente tecnico da cui scaturiranno le procedure per l'assunzione di 16.000 lavoratori non di ruolo (8.000 docenti e 8.000 amministrativi, assistenti ed ausiliari). Martedì l'incontro si concentrerà, invece, sui contratti di 'disponibilità', una sorta di ammortizzatori, che il Miur si appresterebbe a realizzare per i circa 16-18.000 precari storici che da settembre rimarranno disoccupati a seguito del piano triennale di tagli agli organici imposto dal governo.
Per quanto riguarda la giornata di domani non si prevedono
incomprensioni o punti di vista poco condivisi: dopo l'annuncio
delle 16.000 assunzioni a tempo indeterminato, fatto dal Miur
venerdì, viale Trastevere presenterà alle organizzazioni sindacali
il piano di distribuzione delle immissioni in ruolo suddiviso per
cicli scolastici e classi di concorso. Poiché la scuola d'infanzia e
soprattutto le cattedre di sostegno sono state risparmiate dai circa
42.000 tagli sarà proprio su queste due tipologie di tipologie di
posti che si concentreranno la maggior parte delle immissioni in
ruolo. Per i docenti della primaria e della secondaria, invece, si
prevede un'annata di assunzioni davvero 'magra'; soprattutto nelle
province dove queste classi di concorso hanno un numero irrisorio di
posti vacanti. In ogni caso per far 'scattare' una assunzione a
titolo definitivo in una materia di insegnamento, all'interno di una
specifica provincia, dovrebbero esserci almeno tre posti liberi. Più
incerto si prevede l'esito dell'incontro di martedì mattina, quando
i sindacati torneranno a viale Trastevere per esprimere le loro
osservazioni finali su quanto discusso il giorno prima; ma
soprattutto per affrontare il piano ipotizzato dal Miur per
garantire ai precari storici che da 1° settembre rimarranno senza
lavoro una parte dello stipendio ed anzianità lavorativa. Un'altra parte dell'indennità verrebbe poi garantita dalla regioni. Su questa possibilità, la stipula con i lavoratori della scuola di progetti formativi ad hoc a supporto dell'attività scolastica, la Uil Scuola ha già svolto delle consultazioni direttamente con i prefetti e i governatori: cinque regioni (Lombardia, Marche, Campania, Sardegna e Puglia) sarebbero già d'accordo; altre due (Sicilia e Veneto) hanno già dato disponibilità a parlarne. Convincere le 14 regioni rimanenti, i due terzi, spetterà ora al ministro Gelmini. Nel caso il responsabile del dicastero non riuscisse nell'impresa, le strade rimanenti sono due: o il piano cade oppure si adotterà un meccanismo di ammortizzatori dalla copertura economica differenziata. E in questo caso, se il progetto passasse, al termine dell'anno scolastico la cifra che ogni lavoratori andrebbe a percepire si agirerebbe attorno al 40-70% dello stipendio che il dipendente precario (docente e Ata) avrebbe goduto attraverso un normale contratto di lavoro. |