L'ORA
DELLA DISCORDIA
Chi sono i prof di religione?
Raffaello Masci, La
Stampa 13.8.2009
Una sentenza del Tar del Lazio ha escluso i
professori di religione dagli scrutini di fine anno. Ma come
funziona l’insegnamento della religione nella scuola pubblica?
La religione è una materia curricolare (cioè fa parte integrante
dell’offerta formativa), che prevede l’insegnamento della religione
cristiana così come viene impartito dalla Chiesa cattolica romana.
Si tratta quindi di una materia sì culturale ma anche confessionale.
Quando è entrata nella scuola italiana?
Praticamente c’è sempre stata, ma con modalità diverse. Nei primi
sessant’anni dello Stato unitario era facoltativa e impartita solo
nelle scuole elementari. La riforma Gentile del 1924 la rese
obbligatoria. Ma la vera svolta è avvenuta con il Concordato del
1929 che estese l’insegnamento della religione cattolica (in sigla
Irc) nelle medie e nelle superiori.
Ma il concordato non è stato modificato?
Sì, dal governo Craxi nel 1984, ma anche lì si ribadisce che «La
Repubblica Italiana (...) continuerà ad assicurare, nel quadro delle
finalità della scuola, l’insegnamento della religione cattolica
nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado».
L’effetto immediato di questa formula è che l’Irc è stato esteso
anche alla materna.
Lo studio della religione è obbligatorio?
No, è facoltativo, e il fatto di non avvalersi di questo
insegnamento non comporta alcun obbligo per l’allievo, il quale -
quindi - non è tenuto a frequentare alcunché di alternativo e, se
maggiorenne, può perfino uscire da scuola.
La frequenza del corso di religione dà
crediti formativi?
La materia è molto controversa. Il ministero, comunque, considera la
religione materia curricolare e quindi capace di produrre crediti
formativi. Ora si vedrà come andrà a finire quest’ultimo match con
il Tar e il consiglio di Stato.
Quante ore di lezione prevede il programma
di religione?
La norma concordataria prevede due ore settimanali alle materne e
alle elementari, una alle medie e alle superiori. Quanto alla
collocazione nel planning delle lezioni, un accordo con la Cei
stabilisce che la religione vada inserita all’interno della giornata
scolastica: non alla prima ora né all’ultima, al fine di non
scoraggiarne la frequenza.
Quanti studenti hanno scelto di
frequentare?
La media nazionale, per tutte le scuole di ogni ordine e grado,
parla di una percentuale oscillante tra il 90 e il 93 per cento
negli ultimi dieci anni, ma con forti differenze a seconda della
geografia e dell’età degli allievi. La media delle superiori oscilla
tra l’85 e il 90 per cento e al Sud è molto più alta che al Nord. La
laica Toscana ha percentuali molto inferiori alla media, così come
la Liguria e il Lazio. In alcune città poi (per esempio Milano) sono
meno della metà gli studenti che frequentano religione (49%).
Anche negli altri Paesi si studia
religione?
In Europa praticamente ovunque, con eccezione di Francia, Slovenia e
Repubblica Ceca. Ma le modalità sono molto diverse sia riguardo
all’obbligo che al carattere confessionale dell’insegnamento.
Chi sono e come sono nominati gli
insegnanti?
I docenti di religione sono stati per molti anni soprattutto
sacerdoti o religiosi. Oggi il numero dei laici muniti di licenza in
teologia (una sorta di laurea breve) sono sempre di più. Un dato:
nel 1993 erano sacerdoti o religiosi il 37% dei docenti, ora sono
meno del 14%. In totale sono circa 25 mila e costano quasi 800
milioni di euro l’anno. Per decenni sono stati dei «precari
stabilizzati», cioè nominati di anno in anno. Il ministro Moratti,
nel 2003, ha dato loro una posizione contrattuale e ha immesso in
ruolo chi ne aveva titolo. Attualmente il 70% dei docenti è di ruolo
e viene nominato, dall’Ufficio Scolastico Regionale d’accordo con i
vescovi. Il restante 30% di «precari» in attesa di contratto resta a
discrezione delle diocesi.
Cosa succede a chi viene revocato il
permesso del vescovo?
I precari perdono il posto e basta. I docenti di ruolo possono
passare a insegnare un’altra materia per la quale abbiano titolo.
Esempio: un professore di religione cacciato dal vescovo ma laureato
in matematica può passare dalla religione alla matematica.
Chi stabilisce i programmi scolastici dell’Irc?
I programmi sono statali ma approvati dall'autorità scolastica.
Recentemente, in accordo con l'avvio della riforma Moratti, sono
entrati in vigore degli Osa (Obiettivi specifici di apprendimento)
per il ciclo primario e la secondaria di primo grado. Ad essi devono
fare riferimento anche i libri di testo.