Lega

Bastico: Dialetto?
Una boutade, trascurati i problemi veri

Per il Pd Bossi colpisce due simboli dell'unità d'Italia

  ApCOM 17.8.2009

"Il solito repertorio ferragostano di Bossi colpisce due simboli dell'unità d'Italia: l'inno nazionale e la scuola pubblica, che ha insegnato a leggere e a scrivere a milioni di italiani analfabeti e che ha creato la lingua nazionale. Insomma che ha contribuito a fare l'Italia". Lo afferma Mariangela Bastico, responsabile Scuola del Pd. Per l'esponente democratica, si tratta di "un attacco grave che distoglie l'attenzione dai problemi veri del Paese e dalle promesse non mantenute della Lega. Infatti, Bossi dovrebbe spiegare agli italiani perché il Governo non sta minimamente procedendo all'attuazione della legge sul federalismo fiscale, perché ha assunto solo provvedimenti centralistici, tagliando risorse agli enti locali, soprattutto a quelli virtuosi, e servizi fondamentali per i cittadini". "Con la boutade sul dialetto - aggiunge Bastico - vuole far perdere di vista i problemi reali: i durissimi tagli subiti dalla scuola pubblica, il licenziamento di tanti precari, la sparizione degli insegnanti specialisti di inglese nella scuola elementare, la riduzione delle ore di lingue europee nella scuola media, la sparizione dell'insegnamento della seconda lingua europea (francese, spagnolo, tedesco) alle medie, salvata in extremis da una sentenza del Tar". Per la responsabile Scuola del Pd, "i ragazzi italiani sono e devono sentirsi sempre più cittadini europei e non solo. Il mondo è il palcoscenico in cui devono sapersi muovere e confrontare, non tanto e non solo nelle valli alpine. La scuola italiana deve rafforzare l'insegnamento e l'apprendimento delle lingue straniere. Questa è la priorità, non certol'insegnamento del dialetto! Peraltro Bossi - conclude - ignora che varie scuole, utilizzando gli spazi dell'autonomia, hanno sviluppato percorsi di apprendimento della storia, delle tradizioni e della lingua locale, senza bisogno che Bossi glielo indichi dal palco di un comizio, anche qui dimostrando la sua poca fiducia nella professionalità dei docenti e nell'autonomia scolastica".