La sentenza del Tar già applicata da Tuttoscuola, 14 agosto 2009 A fine agosto, poco più di mezzo milione di studenti delle superiori che a giugno hanno avuto lo scrutinio sospeso per qualche insufficienza, si presenteranno all'accertamento delle carenze scolastiche da recuperare per ottenere l'ammissione alla classe successiva. Per circa 220 mila di loro, frequentanti le terze e quarte classi, e probabili promossi, sarà anche deciso il credito scolastico da valere per gli anni prossimi ai fini della valutazione all'esame di Stato. Nell'occasione di definizione del credito da assegnare, i docenti di religione faranno parte del consiglio di classe o no? A sollevare il problema e a dare una prima risposta (affermativa), in un'intervista alla Radio Vaticana, è stato don Filippo Morlacchi, direttore dell'Ufficio per la pastorale scolastica del Vicariato di Roma. "Probabilmente - osserva il sacerdote - lì ci sarà già un primo campo di battaglia: deve intervenire, non deve intervenire l'insegnante di religione... Io penso che l'insegnante di religione si debba comportare secondo logica e dire: se lo scrutinio di questi alunni si svolge con modalità diverse rispetto allo scrutinio degli alunni che sono stati scrutinati a giugno, si introdurrebbe una nuova disparità, una nuova ingiustizia". Per questi scrutini di settembre - conclude don Morlacchi - "tutto dovrebbe continuare a svolgersi come è stato nella sessione estiva". A dirimere l'imminente contenzioso potrebbe essere il Consiglio di Stato, nel caso annullasse la sentenza del Tar sulla base del ricorso del ministro Gelmini e a condizione (improbabile) che si pronunci con urgenza nonostante le ferie estive. |