LA PETIZIONE
Al mercato di Marghera e in piazza Ferretto gi. gim. da Il Gazzettino di Venezia, 21.9.2008 Poco meno di novanta firme all'ora. Tra un acquisto e l'altro, i frequentatori del mercato di Marghera hanno firmato in 340 la petizione Contro il maestro unico e in difesa della pluralità docente nella scuola elementare che ha permesso, finora, agli insegnanti di approfondire la conoscenza disciplinare, rafforzando lo spirito di collaborazione e rendendo la scuola elementare una comunità di conoscenze. La petizione, avviata un paio di giorni fa da un gruppo di insegnanti precari e di ruolo delle scuole Baseggio e Grimani di Marghera, ha così superato le 400 firme. Più di 400 anche le firme raccolte ieri mattina al gazebo in piazza Ferretto a Mestre.
«Il decreto legge 137 del Ministro Maria Stella
Gelmini afferma Massimo Sartorato , portavoce dei promotori
dell'iniziativa - non troverà solo un muro da parte dei docenti
della scuola primaria, ma una vera e propria diga!» L'obiettivo di
fondo dei docenti di Marghera, però, resta quello di fare
informazione rispetto alle ripercussioni che l'entrata in vigore del
decreto avrebbe sulla scuola primaria. Ieri mattina, infatti, sono
stati distribuiti centinaia di volantini per spiegare alla
cittadinanza quel che significherebbe, in termini di didattica, la
restaurazione del maestro unico. Che renderebbe praticamente
impossibile, tra l'altro, realizzare uscite didattiche con gli
alunni, visto che, per questioni di sicurezza, un solo maestro non
potrebbe accompagnare fuori dalla scuola una classe da 25 alunni.
Senza contare che, per un solo docente, sarebbe proibitivo seguire
gli alunni in difficoltà o promuovere attività di potenziamento. «Il
Governo, invece, vuole solamente un ritorno al passato che gli
permetta di ottenere nuovi risparmi ai danni della già tartassata
scuola pubblica. Che senso ha, infatti, - si domandano i docenti di
Marghera che ricordano che il decreto taglierebbe, in Italia, oltre
83mila maestri - stravolgere la scuola elementare, che tra l'altro
viene valutata positivamente anche nei test internazionali, se non
con l'obiettivo di mettere in crisi un settore della scuola pubblica
a vantaggio del mercato e delle scuole private?» Ciò che bisogna
costruire, in questo frangente così delicato per la scuola, è,
secondo i promotori della petizione, una mobilitazione comune,
mettendo a tacere i contrasti interni alla categoria docente per
organizzare un ampio fronte contro dei provvedimenti governativi che
riportano indietro la scuola elementare di 50 anni e che, nel
veneziano, porteranno ad un taglio di 500 insegnanti e di 300
classi. |