Scuola: piano Gelmini, di Luigi Illiano Il Sole 24 Ore, 26.9.2008
Il piano
del ministro Gelmini I tempi sono strettissimi, non a caso un paragrafo è dedicato all'accelerazione delle procedure. Per l'entrata in vigore delle misure dal 2009/10 è prevista l'emanazione di regolamenti dedicati agli ambiti specifici. Comprese le revisioni dei programmi del primo e secondo ciclo. Il tutto «entro il mese di dicembre» 2008. Nella premessa viene sottolineata la continuità con le Finanziarie 2007 e 2008 e con il "Quaderno bianco sulla scuola" presentato un anno fa dai ministri del Governo Prodi, Giuseppe Fioroni (Istruzione) e Tommaso Padoa-Schioppa (Economia). Il piano conferma la revisione dei programmi e la stretta sulle ore settimanali nei diversi ordini di scuola. Tra le prime leve di intervento ci sarà l'aumento del rapporto alunni/classe: sarà elevato dello 0,20 nel 2009/10 e di 0,10 nei due anni scolastici successivi.
Le riduzioni incideranno esclusivamente sul
personale a tempo determinato, cioè i supplenti, oltre 100mila
docenti precari ai quali il documento non fa alcun riferimento. Confermato il ritorno del maestro unico (formula che, secondo il testo «va privilegiata») e il tempo pieno alle elementari. Le classi saranno affidate a un unico insegnante per 24 ore settimanali. Ritorna la legge Moratti, saranno possibili due opzioni: 27 ore e 30 ore, con il maestro prevalente. Inoltre, l'orario potrà arrivare a 40 ore, sommando il tempo mensa. Va detto che il tempo pieno, di fatto, riguarda poche Regioni italiane, soprattutto del Nord, mentre al Sud è quasi sconosciuto. L'orario delle lezioni nella scuola media passa dalle attuali 32 a 29 ore settimanali. Entro dicembre 2008 saranno determinate le classi di concorso, per superare l'attuale frammentazione degli insegnamenti. Il monte ore nei licei classici, linguistici, scientifici e delle scienze umane avrà un tetto di 30 ore settimanali. Per i licei artistici e quelli musicali e coreutici sarà, invece, di 32 ore. Ridimensionamento in arrivo per gli indirizzi di studio degli istituti tecnici e dei professionali (oggi sono oltre 900) e il monte ore non potrà superare quota 32, con quelle dedicate ai laboratori. Le compresenze dei docenti tecnico-pratici saranno ridotte almeno del 30 per cento. Per far scattare il requisito dell'autonomia ogni scuola dovrebbe avere tra i 500 e i 900 alunni. Esistono alcune possibilità di deroga (aree montane e piccole isole). Ma, da quasi un decennio la rete scolastica è rimasta pressoché immutata. «Attualmente circa 700 scuole hanno una popolazione inferiore ai minimi previsti dalla fascia in deroga (meno di 300 alunni) – è scritto nel piano – e, nella stessa fascia vi sono olte 850 istituti che non hanno titolo a farne parte. A queste se ne aggiungono altre 1.050 comprese nella fascia minima». Significa che almeno il 15% delle scuole non è legittimato a funzionare come istituzione autonoma, ossia con propri dirigenti. La scure di Viale Trastevere si abbatterà su 700 scuole che saranno accorpate a istituti più grandi.
Sarà accelerata la procedura per la
costituzione di un ruolo specifico per i docenti inidonei per motivi
di salute, da impiegare in altre amministrazioni pubbliche. Prevista
anche l'attivazione di corsi di riconversione professionale per gli
insegnanti appartenenti alle classi di concorso in esubero. E via
libera anche a corsi per l'inserimento in classi di concorso più
ampie. Infine saranno rivisti gli istituti giuridici che comportano
comandi, collocamenti fuori ruolo e utilizzazioni, per ridurli al
minimo.
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