Piano programmatico/2:
quel che il documento non dice.

da TuttoscuolaNews, N. 361, 29 settembre 2008

Il piano programmatico presenta alcuni punti di indubbia debolezza. Sarà a questo punto importante verificare se essi verranno superati, o almeno attenuati, nei regolamenti di attuazione che, secondo fonti sindacali, sono in fase di avanzata definizione presso il ministero. Il ministro Gelmini nelle ultime settimane si è sforzata di rassicurare l’opinione pubblica e non solo sulle molte preoccupazioni che circolavano sulla stampa e nelle scuole. Dal tempo pieno (“lo incrementerò”) alle scuole di montagna (“non saranno toccate”), al sostegno (“sarà garantito”). Se questi sono i propositi, perché non scriverli a chiare lettere nel piano, alimentando invece, ai limiti dell’autolesionismo, certi dubbi? Misteri della politica. Destano perplessità, inoltre, alcuni rinvii normativi del documento che come minimo si possono definire poco accorti.

Infine quando giovedì scorso il piano programmatico, condiviso dal ministero dell’Economia, è stato consegnato, i sindacati hanno rilevato che diverse parti non corrispondevano non solo alle bozze che sono circolate ufficiosamente nei giorni precedenti, ma, in parte, neanche alle slides di presentazione dell’incontro dello scorso 19 settembre. La sorpresa però non è questa, perché le bozze, migliori o peggiori che siano, non fanno testo rispetto ad un documento ufficiale. Sono cronaca e basta.

Vediamo allora in dettaglio alcuni aspetti del piano che non convincono, con l’auspicio che siano oggetto di un ulteriore approfondimento e revisione nei regolamenti attuativi.