Scuola

Tagli, domani Gelmini illustra
programma a parti sociali.

Il ministro spiegherà come realizzare economie e maestro unico
Sindacati: sbagliato risanare istruzione partendo da tetti spesa

ApCOM, 18.9.2008

Roma, 18 set. (Apcom) - Si preannuncia decisamente importante per le sorti del mondo scolastico l'incontro di domani pomeriggio a viale Trastevere tra le parti sociali - associazioni, sindacati, coordinamenti vari, istituzioni locali - ed il ministro del Miur Mariastella Gelmini: al centro del confronto vi sarà il piano programmatico dell'art. 64 della legge 133/08 che prevede la cancellazione di 130.000 posti di lavoro nella scuola nei prossimi tre anni, fra insegnanti e personale non docente.

Si parlerà, quindi, di tutti gli aspetti, e le conseguenti ricadute sul personale (dagli orari agli organici) previste dal piano preparato durante l'estate dai tecnici di viale Trastevere: il ministro Gelmini illustrerà prima di tutto le novità da applicare nella scuola primaria, come la riduzione delle ore di insegnamento d'insegnamento (da 27-30 a 24), il ritorno al maestro unico e a chi verrà affidato l'insegnamento della lingua inglese.

Il responsabile del dicastero dell'istruzione dovrebbe illustrare anche le ricadute sul personale ed in che modo sarà strutturato il tempo pieno qualora dovesse entrare a regime questo nuovo sistema formativo.

Ed ancora, in che modo saranno effettuati chiusure ed accorpamenti tra gli istituti più piccoli, ma anche come si ristruttureranno la scuola media e superiore, per le quali il ministro ha preannunciato una riorganizzazione sempre incentrata su un generale 'sfoltimento dell'offerta formativa settimanale (più in linea con gli altri paesi dell'Ue).

Per conoscere il futuro degli istituti superiori tecnici e professionali (nuovi orari ridotti, ma anche l'accorpamento delle classi di concorso e a riconversione professionale dei docenti in esubero) bisognerà invece attendere martedì 23 settembre, giorno in cui è stato già fissato un tavolo tecnico specifico.

I sindacati si aspettano un confronto concreto: "il decreto legge 112 - spiega Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola - prevede una consistente riduzione di risorse finanziarie per il sistema di istruzione, a partire dall'anno scolastico 2009-2010. E questo, in una situazione di basse retribuzioni, di bassa spesa per l'istruzione in rapporto al Pil, dopo 10 anni di tagli, è un fatto negativo che pesa sul confronto".

Molto critica anche la Flc-Cgil, secondo cui quello del governo rappresenta "l'attacco più violento portato al sistema della scuola pubblica statale, che mai sia stato fatto. Un attacco su cui occorre distogliere l'attenzione dei cittadini, che potrebbero preoccuparsi e dissentire dall'operazione, per distrarre dunque, parlando d'altro, si scarica una mole di paccottiglia ideologica che si spaccia per riqualificazione della spesa per la scuola, senza alcun pudore di esibire incompetenza e arroganza, facendo piazza pulita di tutto ciò che la ricerca pedagogica ha prodotto in questi anni".

Secondo il sindacato guidato da Panini il piano programmatico "di cui si conosce abbondantemente il contenuto, infierirà un colpo durissimo alla scuola statale, dunque alla delicata e fondamentale funzione costituzionale che essa ricopre. Il ministro ha detto esplicitamente che 'abbiamo bisogno di liberare risorse per poter garantire la libertà di scelta alle famiglie': ecco la scelta politica che sta a monte di tale decisione, chiudere con il peso economico della scuola statale per tutti, per svenderla al privato".
 

Il risparmio previsto in finanziaria è pari a quasi 8 milioni di euro da sviluppare nei prossimi tre anni: "una cifra enorme - commenta il segretario della Uil, Massimo Di Menna - tanto grandi che nemmeno il mago Zurlino con un colpo di magia sarebbe in grado di programmare questo genere di tagli. Siamo curiosi di capire come questo dovrebbe avvenire. Intanto però nelle scuole c'è molta tensione: e l'incontro non si può ridurre nemmeno ad un'informativa sul piano. Si apre un negoziato che richiederà tempo".

Secondo la Uil Scuola per realizzare una riforma non si può partire dalla logica dei tagli ad ogni costo: "la via maestra - continua Di Menna - non è, e non può essere, l'ossessione del risparmio. Non si può definire la riorganizzazione procedendo con il sistema dei 'tetti di spesa' senza tenere conto di quella che è la situazione reale delle scuole".

Per i sindacati il confronto deve seguire due direttrici: da un lato razionalizzare la spesa individuando, lì dove ci sono, gli sprechi; dall'altro valorizzare l'autonomia delle scuole e le tante esperienze positive già realizzate.

Sul tavolo i sindacati metteranno anche la problematica del rinnovo del contratto scaduto nel dicembre 2007 : "ogni mese che passa lo stipendio dei docenti è eroso dall'inflazione. Se questa emergenza non si risolverà ci sarà una forte mobilitazione della categoria", conclude Di Menna.