"Ma io non mi fermo. Anzi, adesso cambierò anche la scuola media"

Roma, la Gelmini fischiata al liceo.

Urla e slogan al Newton
Precari e studenti contro il ministro. La polizia identifica i contestatori, è polemica
Il Pd: assurdo l'intervento degli agenti in borghese per un pacifico atto di dissenso

Anna Maria Liguori, la Repubblica 11.9.2008

ROMA - Prima la contestazione al grido di "vergogna" poi sono partiti i fischi, tanto forti da riuscire a zittirla: per il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, lunghi momenti di tensione davanti all'affollata platea riunita nell'aula magna del liceo scientifico romano Isacco Newton per la presentazione del libro di Giovanni Floris "La fabbrica degli ignoranti" presente l'ex ministro dell'Interno Giuliano Amato. Protesta che ha avuto un sorprendente risvolto: alcuni agenti in borghese hanno immediatamente individuato e identificato chi fischiava invitandoli poi cortesemente ad allontanarsi. «Quando è arrivata la Gelmini ero con altri colleghi, le ho detto "vergogna", "fateci lavorare". Subito dopo due agenti in borghese, gentili, ci hanno chiesto i documenti e glieli abbiamo dati - racconta E. W., insegnante precario aderente ai Cobas - Colleghi che conosco mi hanno raccontato che, in sala, anche a loro sono stati chiesti i documenti dopo che avevano interrotto l'intervento del ministro per esprimere il proprio dissenso. Mi pare un'esagerazione». Eppure alla guida della pacifica contestazione c'erano gli insegnanti precari presenti in aula, tutti appartenenti ai coordinamenti sorti in questi giorni per fermare i tagli di cattedre varati dal ministro Berlusconi. Per la Gelmini un attacco frontale che lei ha subito respinto: «Non voglio essere corresponsabile sul numero dei precari, denuncio una situazione che non ho creato io perché sono qua da tre mesi. La situazione è grave, occorre un intervento deciso».

Ma durante l'incontro al Newton la Gelmini ha fatto anche un annuncio a favore degli insegnati, per loro una sorta di «Carta oro» che offre, gratis o quasi, cultura, dall'ingresso ai musei e allo sconto sui libri. Rimproverando a Floris di averle rubato l'idea (la Carta per i prof è una delle proposte avanzate dal conduttore di Ballarò nel libro), Gelmini ha anche precisato, sfidando le critiche («so già di suscitare uno scandalo») che per finanziarla intende chiedere aiuto anche ai privati: «Fanno bene aziende e banche a sponsorizzare le squadre di calcio ma diano una mano anche alla scuola». E se l'annuncio dell'arrivo della Carta Oro ha strappato l'applauso, i fischi e le proteste hanno accolto i passaggi del ministro sul maestro unico e sul piano programmatico per il settore. Ma la Gelmini ha ribattuto punto per punto, citando a conferma della bontà delle sue scelte, i dati Ocse diffusi l'altro ieri. «Le brutte pagine dei giornali che sbattono l'Italia in fondo alle classifiche internazionali devono fare da sprone. Il Paese ce la può fare ad avere una scuola migliore». Al Pd il ministro rimprovera poca coerenza: «Bisogna fare una scelta: non si può essere riformisti, un partito che guarda al futuro e ai giovani, e poi semplicemente scegliere la mobilitazione senza avanzare proposte».

Immediate le reazioni all'intervento degli agenti in borghese sui contestatori. Il ministro delle Politiche giovanili del governo ombra del Pd Pina Picierno stigmatizza quanto è avvenuto: «Ma in che Paese ci troviamo se ai fischi di qualche contestatore al ministro Gelmini si risponde con l'intervento delle forze di polizia?». Sulla stessa linea l'Unione degli Studenti che ha annunciato assemblee e cortei nei prossimi giorni. Ma il ministro Gelmini non si ferma: «Cambierò la scuola media. C'è un deficit di formazione. Ho insediato una commissione che studia la riforma. Voglio farla presto».