Scuola, decreto pubblicato sulla Gazzetta
ufficiale
Gli insegnanti: da Gelmini colpo di mano.
Uil scuola: con il ritorno al maestro unico
tagli da 25 a 83mila posti.
da
Il Messaggero del
2.9.2008
ROMA (2 settembre) - Il decreto legge sulla
scuola approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 28 agosto è
stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Nel testo tutte le novità
adottate, dalla bocciatura con il 5 in condotta al ritorno del
maestro unico, la cui data di introduzione non è specificata.
Nel provvedimento, di 8 articoli, sono inseriti anche il nuovo
insegnamento "Cittadinanza e Costituzione", la valutazione del
comportamento degli studenti, cioè il ritorno del voto in condotta
che riguarderà anche le attività organizzate dalle istituzioni
scolastiche fuori dalla propria sede, il ritorno dei voti numerici,
cioè espressi in decimi e l'impegno ad adottare i libri di testo
pubblicati da editori che si siano impegnati a mantenere invariato
il contenuto del quinquennio.
Gli editori: non siamo stati consultati. Non si placano però le
polemiche. Critiche al decreto sono arrivate oggi dagli editori:
«Leggiamo con raccapriccio» l'articolo 5 del decreto legge (1/9/2008
n.137) sulla scuola approvato dal consiglio dei ministri il 28
agosto scorso, ha affermato il presidente del Gruppo Editoria
scolastica dell'Associazione Italiana Editori (Aie) Enrico Greco,
dopo la lettura in Gazzetta del decreto legge che contiene la
disposizione sul blocco delle adozioni dei libri. «Senza nessuna
consultazione del settore - prosegue il Presidente Greco - il
Ministro Gelmini ha deciso di bloccare per 5 anni le adozioni dei
libri di testo, ignorando i costi sociali altissimi che ne
deriveranno. Se ne assume ogni responsabilità».
Gli insegnanti: da Gelmini colpo di mano. Critiche al ministro
dell'Istruzione arrivano anche dall'associazione di insegnanti
Gilda,
che accusa Gelmini di aver varato una vera e propria riforma con un
semplice decreto legge e di aver reintrodotto con un colpo di mano
la figura del mestro unico: «Non è
mai capitato nella storia d'Italia che una riforma dell'ordinamento
scolastico venisse varata con un decreto legge. Ci troviamo di
fronte a un colpo di mano che fa tornare la scuola italiana indietro
di oltre 20 anni in un contesto che però, nel frattempo, ha subito
profondi cambiamenti e peggioramenti»,
afferma il coordinatore della Gilda,
Rino Di Meglio.
«Il ministro Gelmini
- denuncia Di Meglio
- aveva annunciato la propria
intenzione di ripristinare l'insegnante unico, ma nel testo
approvato dal Governo non era prevista questa riforma. La versione
pubblicata dalla Gazzetta, invece, contiene all'articolo 4 questa
importante novità». Gli insegnanti
spiegano inoltre che il ritorno al maestro unico, rientrando nei
provvedimenti di contenimento della spesa, prevedono la costituzione
di classi di scuola primaria funzionanti 24 ore e affidate a un
unico maestro, «il che
- sottolinea l'associazione -
si tradurrà in una drastica semplificazione
dei programmi».
Uil: con il maestro unico tagli da 25 a 83mila posti. Critiche al
decreto sono arrivate oggi anche dalla Uil scuola; secondo il
sindacato il ritorno al maestro unico potrebbe tradursi in un taglio
da 25 a 83mila posti. Venticinquemila posti spazzati via se il
«maestro unico» si dovesse applicare, dal 2009-2010, sulle prime due
classi e ben 83.000 in meno se, non solo la novità partisse da
subito a regime (e dunque su tutte e cinque le classi della scuola
elementare), ma si tenesse conto sia delle classi normali che di
quelle a tempo pieno. Chiede chiarezza e trasparenza il segretario
generale della Uil scuola, Massimo Di Menna: «Va presentato subito
l'intero piano programmatico previsto dal decreto 122 - afferma -
che riguarda l'intero sistema scolastico (scuola dell'infanzia,
primaria, secondaria di primo e di secondo grado e personale Ata) e
va aperto il confronto con il sindacato». Secondo il sindacalista,
inserendo nel decreto in questione l'articolo 4 che riguarda il
maestro unico nella scuola elementare, «si contribuisce a creare
grande allarme per un'ipotesi che potrebbe portare a tagliare fino a
60mila posti e si stravolge, in questo momento delicato, l'insieme
della scuola elementare».
Garavaglia: non servono decreti. Il ministro dell'Istruzione del
governo ombra del Pd Maria Pia Garavaglia ha affermato oggi che per
la scuola non servono decreti ma una grande alleanza: «La scuola ha
veramente bisogno di atti concreti - ha detto Garavaglia in
un'intervista a Famiglia Cristiana - Gli atti concreti del governo
Berlusconi sono nei decreti di Tremonti che hanno tagliato in modo
indiscriminato personale e finanziamenti». Secondo Garavaglia, la
scuola ha bisogno «di una grande alleanza perché i suoi frutti vanno
ben oltre il governo pro tempore in carica». «Perciò, invece di
decreti, l'esecutivo - esorta - dovrebbe promuovere un grande
dibattito parlamentare che animi anche l'opinione pubblica».