Proposta di un assessore di An. Ma Galan frena
«Ora di religione obbligatoria»
La responsabile dell'Istruzione: tanti
stranieri, devono conoscere i nostri valori Marisa Fumagalli Il Corriere della Sera, 6.9.2008
DAL NOSTRO INVIATO Nei giorni scorsi era entrato nel merito della querelle tra gli immigrati islamici e il comune di Treviso («qui non hanno diritto di pregare», Gentilini dixit), invitando alla tolleranza e al buon senso, ora affronta a viso aperto un'altra questione «sensibile ». È successo, infatti, che Elena Donazzan, 36 anni, assessore regionale (An), discettando in materia di istruzione, abbia lanciato l'idea di inserire nella riforma regionale dell'Istruzione, l'obbligo nelle scuole venete dello studio della religione cristiano/cattolica. Argomento tutt'altro che locale. Oppure, c'è da ritenere che, in tempi di invocato federalismo fiscale, si debba passare anche al federalismo ecclesiale? Elisa Donazzan la prende alla larga, ma non arretra. «Premesso che non sto parlando di studio del catechismo — spiega al Corriere — la mia proposta s'inserisce nel tema più ampio dell'integrazione. Che coinvolge particolarmente la nostra regione dove il tasso di immigrati extracomunitari è elevato. Ora, se il ministro Mariastella Gelmini pensa, giustamente, di riportare a scuola l'Educazione civica, io credo che di tale materia possa far parte l'insegnamento della religione cattolica, fondamento indiscusso dei valori dell'Occidente. Che dovrebbero conoscere anche gli stranieri che hanno deciso di risiedere nel nostro Paese ». «Del resto — aggiunge — non è di Benedetto Croce la frase non possiamo essere italiani senza dirci cristiani?». Youssef Tadil, portavoce della comunità islamica di Treviso (in lotta per la rivendicazione di un luogo di culto), si richiama alla libertà di fede, sancita dalla Costituzione dello Stato italiano. «Avrebbe senso, semmai, insegnare le varie religioni — osserva — non soltanto la cristiana. Poi, gli alunni decideranno il percorso religioso che preferiscono». «La mia sensazione — continua — è che proposte come quella dell'assessore non giovino a rasserenare il clima interetnico ».
Al fianco della Donazzan si schiera don Sandro
Vigani, direttore del periodico Gente veneta. Osserva: «Poiché il
cattolicesimo ha fatto la nostra storia e poiché l'80 per cento
degli italiani sono cattolici, trovo giusto che questa religione
diventi materia scolastica. Anche i musulmani dovrebbero studiarla».
Ma Giovanni Vian (cattolico), docente a Ca' Foscari di Storia delle
Chiese cristiane, dissente: «Piuttosto sarebbe doveroso inserire
nelle scuole la Storia delle religioni, con un taglio laico/critico,
non confessionale — dice —. E se vogliamo riferirci al contesto
italiano ed europeo, le tradizioni di riferimento sono quelle
giudaico-cristiane, ma anche quelle islamiche». |