«Contro i provvedimenti del ministro Gelmini per
ora niente scioperi o occupazioni
Parte la protesta degli studenti. Salvo Intravaia, la Repubblica, 19.9.2008 IL MESSAGGIO è forte e chiaro: gli studenti sono contro i tagli e i provvedimenti del ministro Gelmini, anche quelli soltanto annunciati. Questa mattina i ragazzi della Rete degli Studenti hanno dato vita a una protesta con striscioni in diversi istituti superiori della Penisola. Una protesta civile e ordinata, che lancia un chiaro messaggio al governo, ma che al momento non intacca i giorni di scuola della stragrande maggioranza degli studenti. Insomma: niente scioperi e occupazioni, almeno per ora. Ragazzi e ragazze del movimento studentesco in azione in tutta Italia. Al liceo scientifico Righi di Roma lo striscione recita "Non siamo il problema, siamo la soluzione", nei pressi del palazzo Rai di Venezia "8 miliardi di euro in meno, 143 mila licenziamenti: la nostra scuola non si taglia", al liceo scientifico Fermi di Padova "8 miliardi di euro in meno alla scuola: il nostro futuro non si taglia". Secondo gli studenti i tagli previsti per la scuola pubblica dalla manovra economica produrranno effetti disastrosi. "Saranno cancellati i corsi di recupero con conseguente boom delle lezioni private" dice la portavoce Giulia Tosoni, che continua: "Le classi saranno più affollate, le sperimentazioni verranno tagliate, così come le ore dedicate allo studio in laboratorio e quelle di indirizzo dei istituti tecnici e professionali". Ma non solo. "Sarà impossibile avere scuole aperte al pomeriggio, ci saranno tagli sulle attività studentesche e niente fondi per diritto allo studio ed edilizia".
Ma la denuncia tocca anche quella che i ragazzi definiscono
"Emergenza ballismo": "Creata da questo governo che fa molti
proclami mediatici per mascherare le reali esigenze della scuola. Un
esempio rilevante è la reintroduzione del voto in condotta vecchia
maniera, che non servirà a sconfiggere il bullismo ma solo ad avere
un sistema discrezionale interamente nella mani dei docenti per
punire gli studenti senza possibilità di recupero". |