Scuola, Gelmini avverte:
«Taglieremo 87.00 posti».

da Leggo, 4.9.2008

Nella scuola ci sarà un taglio intorno al 7% della spesa che si traduce in 87 mila posti in tre anni. Lo ha detto dai microfoni di Radio anch'io il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ribadendo che razionalizzare la spesa è un percorso obbligato. «Occorre reinvestire ma se non ci sono risorse come si fa? Come si fa a investire nel merito se il 97% delle risorse è bloccato negli stipendi?» Ha osservato il ministro sottolineando come, ad esempio 10 mila edifici scolastici che non sono sicuri avrebbero bisogno di investimenti.

RESTA IL TEMPO PIENO Il tempo pieno non sarà toccato, anzì, verrà aumentato senza ulteriori spese. Lo ha assicurato il ministro dell'Istruzione Università e Ricerca, Mariastella Gelmini, ospite di «Radio Anch'io», difendendo la riforma della scuola e il ritorno al maestro unico. In particolare per quanto riguarda la reintroduzione del 'maestro unicò, Gelmini spiega che «la scelta del maestro unico risponde ad una esigenza pedagogica, ovvero che il bambino nei primi anni di scuola ha bisogno di un punto di riferimento, la crescita armonica del bambino dipende dall'avere nel maestro una figura di riferimento così come lo è la madre. Quindi -aggiunge- credo che il maestro guarda alla formazione del bambino mentre L'insegnante specialista di una disciplina guarda alla sua materia». Quanto al tempo pieno il ministro chiarisce che «la scelta delle 24-27-30 ore rimane inalterata. Si toglie solo la compresenza di più insegnanti». Ma, assicura Gelmini non verrà meno il tempo pieno. «Anzi - ribadisce- noi riusciremo, non spendendo più soldi ad aumentarlo e ad estenderlo ad un numero maggiore di classi, andando incontro alle esigenze delle famiglie. Chi dice che con il maestro unico verrà meno il tempo pieno fa una operazione di cattiva informazione». In ogni caso «dobbiamo sfatare il luogo comune che al maggior numero di ore di lezione corrisponda una maggiore qualità della scuola. Non è immettendo nella scuola più soldi o più ore che si migliora la qualità». Si tratta , secondo Gelmini di «razionalizzare, soprattutto per le superiori, il numero delle ore, ma senza toccare il tempo pieno». Infine, affrontando il tema degli insegnanti di sostegno precisa che «il decreto non li tocca. Non c'è nessuna volontà di penalizzare gli studenti diversamente abili ed è grave che si strumentalizzi questo».