Pronto il piano dei tagli: di Reginaldo Palermo La Tecnica della Scuola, 17.9.2008. Nella scuola primaria, in tre anni saranno tagliati poco più di 31mila posti. Il tempo pieno non sarà toccato. Il ritorno al maestro unico dovrebbe produrre una riduzione di 14mila posti. Eliminati progressivamente tutti i docenti specialisti di lingua straniera. Nei prossimi giorni il piano programmatico previsto dal decreto legge 112 verrà presentato alle parti sociali e depositato in Parlamento per essere sottoposto al parere delle Commissioni competenti. Ma intanto i contenuti essenziali sono ormai noti e non si discostano di molto dalle anticipazioni da noi fatte nelle settimane scorse. La parte più interessante del piano è certamente quella relativa alla scuola primaria perché chiarisce quali siano le reali intenzioni dei ministri Gelmini e Tremonti in materia di tempo pieno e maestro unico. Stando ai numeri contenuti nel documento la reintroduzione del maestro unico dovrebbe portare ad un risparmio di 14mila docenti nel triennio 2009/2012 (ma in realtà il taglio sarà concentrato in due anni: 10mila posti in meno nel 2009/2010 e 2011/2012). Il piano precisa inequivocabilmente che “l’operazione di riduzione riguarda solo le classi a tempo normale considerato che per quelle a tempo pieno è previsto un doppio docente”. Non solo, ma il piano chiarisce anche che il risparmio di posti si otterrà riducendo da 30 a 27 ore il funzionamento delle classi: pare quindi di capire che, nel concreto, nelle classi con il maestro unico l’orario potrà essere esteso fino a 27 ore (non è ancora chiaro se le tre ore in più siano quelle di lingua straniera o quelle di eventuali attività “opzionali”). Altri 11.200 posti saranno risparmiati eliminando progressivamente i docenti specialisti di lingua straniera (il piano prevede un taglio di 4.000 mila posti nel 2009/2010, 3.900 nel 2010/2011 e 3.300 nel 2011/2012). Per raggiungere questo obiettivo è previsto un “piano di formazione linguistica obbligatoria della durata di 150/200 ore” da realizzarsi con i fondi destinati all’aggiornamento del personale. In realtà il piano non tiene conto che per fare questo sarà necessario cancellare la norma contrattuale che prevede l’aggiornamento dei docenti solo come attività non obbligatoria. Un’ulteriore sforbiciata agli organici della scuola primaria è legata con l’aumento del rapporto alunni/classe che dovrà passare da 18,69 a 19,09: il risultato, secondo i tecnici del Ministero, saranno 4.867 posti in meno.
Complessivamente la scuola primaria
contribuirà a con 31.067
posti in meno, cifra da noi già ipotizzata e un po’ lontana dai
numeri catastrofici (50-60 o addirittura 70 mila unità) circolati
negli ultimi giorni: il taglio, insomma, ci sarà ma non coinvolgerà
- stando a quanto si sa in questo momento - il tempo pieno. |