Classi ponte, da Tuttoscuola, 15 ottobre 2008 Sulle classi di inserimento (o ponte), si registrano i primi ripensamenti di esponenti della maggioranza. A cercare di ricucire gli strappi, interviene il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che commenta: "Sono sicuro che da parte del Parlamento che ha votato questa mozione non c'è alcun intento discriminatorio. Credo comunque che prima che il Ministro predisponga il dispositivo, sia necessario un confronto col mondo del volontariato, l'associazionismo cattolico e con coloro che operano nel campo dell'istruzione e dell'integrazione per evitare che questa norma venga applicata in maniera sbagliata e che ci possano essere equivoci". Anche Alessandra Mussolini, Presidente della Commissione Bicamerale per l'Infanzia e segretario nazionale di Azione Sociale-Pdl, e la deputata Souad Sbai del Pdl, chiedono una valutazione più attenta delle "classi di transizione": "Pur consapevoli della problematicità dell'inserimento dovuto alla lingua ed alle diversità culturali degli studenti stranieri, riteniamo però fondamentale per una reale integrazione la possibilità di scambi di sapere. Chiediamo, quindi, di valutare con la dovuta attenzione la possibilità di creare 'classi di transizione' che rischierebbero di dar luogo a diversità tra gli studenti suscettibili di trasformarli in cittadini socialmente diseguali". Pure l'Associazione dei Comuni si schiera contro la mozione approvata ieri alla Camera. Fabio Sturani, Sindaco di Ancona e Vicepresidente dell'ANCI con delega all'immigrazione, dichiara: "Ci preoccupa fortemente la mozione, presentata dalla Lega e approvata ieri alla Camera, che introduce per la prima volta nel nostro Paese elementi di forte discriminazione nei confronti delle bambine e bambini stranieri". Sono "690mila gli studenti stranieri presenti nelle nostre scuole che rappresentano oltre 190 diverse nazionalità. E' pur vero che molti di loro, purtroppo, soffrono di un ritardo nella conclusione dei percorsi scolastici o addirittura del loro abbandono, ma questo si aggrava con l'innalzamento delle fasce d'età dei ragazzi (fenomeno comunque presente con percentuali analoghe anche per i ragazzi italiani che vivono in condizione di disagio sociale...) questo a riprova che le motivazione addotte dal Governo a sostegno del provvedimento, finalizzato a test di primo ingresso non sono rispondenti alla realtà dei fatti".
Critiche alla mozione anche da Vanessa Pallucchi, responsabile
nazionale Legambiente Scuola e formazione: "Nel 1977, con la legge
517, l'Italia ha dato prova di civiltà abolendo le classi
differenziali per gli studenti svantaggiati e da allora le scuole
hanno sempre lavorato con successo nell'ottica dell'integrazione fra
i ragazzi e la valorizzazione delle diversità. Tornare oggi a quella
realtà, istituendo classi per soli stranieri, rappresenta un
provvedimento grave, che mina i diritti dell'infanzia,
l'integrazione dei cittadini stranieri e la coesione sociale di
tutto il nostro Paese". La Pallucchi suggerisce anche una soluzione
alternativa alle classi ponte: "Invece di creare nuove classi con
costi aggiuntivi per lo Stato sarebbe molto più opportuno aumentare
alle scuole i fondi necessari all'impiego di mediatori culturali.
Negli ultimi 7 anni, infatti, a fronte di un aumento esponenziale di
bambini stranieri nelle scuole italiane, i finanziamenti per
l'integrazione sono rimasti invariati". |