La mobilitazione si allarga di ora in ora.
A Roma in corteo giovani di destra e di sinistra
Il settimanale dei cattolici:
"Sospendere o ritirare il decreto, per senso di responsabilità"

Scuola, occupazioni in tutta Italia
Famiglia Cristiana: "Via la legge"

Garavaglia (Pd): "Non ci riposeremo". Di Pietro: "Giovani, un argine alla dittatura"
Gasparri: "Nessuno si illuda, il decreto sarà approvato così com'è"

 la Repubblica, 27.10.2008

ROMA - Sono i giorni in cui la protesta spinge più forte. Non sarà il sì del Senato (mercoledì 29 il voto) a fermare il movimento contro le politiche scolastiche del governo. Né l'opposizione né i sindacati, e tanto meno gli studenti, intendono cedere alla rassegnazione. Il 30 ottobre sciopero generale, e l'auspicio di chi lo ha promosso è quello di riempire le piazze. Atteso un bis per il 14 novembre, quando a manifestare sarà il mondo dell'università e della ricerca ma non solo, vista la saldatura tra i due fronti della protesta. In tutta Italia è una raffica di occupazioni, assemblee, autogestioni e iniziative di vario genere. Con alcune novità, come l'irruzione dei giovani di destra nel panorama delle manifestazioni: a Roma corteo bipartisan, con qualche attrito (IL VIDEO). Si schiera anche Famiglia Cristiana: in un editoriale dal titolo "Non chiamiamo riforma un semplice taglio di spesa", il settimanale è netto: "Non si garantisce così il diritto allo studio, il bene della scuola richiede la sospensione o il ritiro del decreto Gelmini. Per senso di responsabilità". Replica senza mezzi termini Enzo Fasano, senatore Pdl: "Don Sciortino chiede di ritirare il decreto sulla scuola? Farebbe bene a ritirarsi lui, visto che non rappresenta né il pensiero della Chiesa né quello delle famiglie cristiane".

TAM TAM: IL NOSTRO SPECIALE SULLA PROTESTA

La situazione nelle città. Le occupazioni, i cortei, le iniziative di protesta si moltiplicano in tutta Italia di ora in ora. A Firenze, ad esempio, in 500 hanno partecipato alla 24 ore di lezioni no stop (da oggi a domani) al dipartimento di Matematica: caffè gratis per tutta la notte e, per chi resiste alla maratona, colazione assicurata. A Venezia, in preparazione dello sciopero di giovedì, Ca' Foscari mette a disposizione un'aula per le riunioni. Domani in piazza San Marco lezione a cielo aperto. A Torino università occupate: Palazzo Nuovo, sede delle falcoltà umanistiche, e poi Giurisprudenza, il Politecnico, la facoltà di Scienze fisiche-matematiche e Agraria. Forse domani sera un presidio all'Unione industriale, dove è atteso il ministro Gelmini. A Milano il Politecnico ha sfilato in corteo da Porta Venezia alla stazione Cadorna, dove i manifestanti si sono uniti alla protesta dei colleghi dell'Accademia di Brera.

FOTO: Protesta in mutande - Studenti lavavetri

Il decreto non si tocca. Il primo ad assicurare che "il decreto Gelmini sarà regolarmente approvato mercoledì dal Senato" è il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasperri: "E' inutile che sedicenti gruppi studenteschi e altre realtà della sinistra si illudano. Anche le minacce al Parlamento si riveleranno vane come la fallita manifestazione di sabato del Pd". Ribadisce il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: "Lo approveremo così com'è passato
alla Camera, senza nessuna modifica". Il presidente del Senato, Renato Schifani, si dice "fiducioso" che il dialogo fra Gelmini e studenti darà i suoi frutti: "Tutte le volte che si è tentato di riformare la scuola ci sono sempre state proteste, poi si è trovata la sintesi".

L'opposizione: "Non ci riposeremo". L'opposizione non ha alcuna intenzione di accogliere l'invito di Berlusconi al riposo. "Non ci riposeremo affatto perché noi, come la maggioranza, rappresentiamo gli italiani e non possiamo smettere di fare il nostro lavoro. Finora - spiega il ministro ombra dell'Istruzione, Mariapia Garavaglia - abbiamo cercato di contrastare i tagli. Passato il decreto, confidiamo nel fatto che con i disegni di legge il Parlamento è costretto a parlare. E allora nei prossimi mesi si vedrà se c'è la volontà del governo di partecipare a una riforma condivisa della scuola oppure se vuole superbamente continuare a fare tutto da solo".

Di Pietro: "Studenti, argine alla dittatura". L'Idv si unisce fisicamente alla protesta. Antonio Di Pietro ha partecipato a un incontro a Scienze politiche all'università di Milano. "Gli studenti - ha detto - possono rappresentare validi argini, anzi una diga a questo straripare dittatoriale". Il senatore Stefano Pedica si è reso protagonista di un blitz: in mattinata, durante il sit-in davanti a Palazzo Madama, ha aggirato la sorveglianza dei commessi, ha aperto una finestra e ha srotolato uno striscione con su scritto "Siamo con voi", proprio sull'ingresso nobile del Palazzo. Dagli studenti un'ovazione che però, dopo pochi secondi, si è trasformata in un coro di "buffoni, buffoni". A quel punto Pedica è sceso in strada. Con lui, il senatore Pd Vincenzo Vita. Pochi minuti di colloquio: "Abbiamo assicurato ai ragazzi che Idv e Pd faranno un'opposizione fortissima e a oltranza al provvedimento". Sarebbe "un atto saggio" ritirare il decreto per un "confronto vero" con studenti e insegnanti, secondo Massimo D'Alema. "Ma sulla base del fatto che il governo non modificherà nulla, non è possibile confrontarsi".