Scuola, la Camera dice sì l'Unità, 7.10.2008 La Camera dei Deputati concede la fiducia al Governo sul maxiemendamento al decreto legge sulla scuola. I sì sono stati 321, i no 255, gli astenuti 2. Il voto finale della Camera in prima lettura sul provvedimento è previsto per giovedì. Mercoledì ci sarà l'esame degli ordini del giorni. Ma sul decreto voluto dal ministro dell'Istruzione continuano a fioccare critiche e proteste. Voto contrario di Pd, Udc, Idv. Saranno «225mila i posti di lavoro tagliati in tre anni» e «il maestro unico avrà, in media, tra i 55 e i 60 anni». sono questi i numeri, secondo Giuseppe Fioroni, ex ministro della Pubblica Istruzione, della riforma della scuola del centrodestra, materia sulla quale «per la prima volta nella storia repubblicana è stata posta la fiducia evitando il confronto nel merito». «Con la manovra e il decreto- spiega Fioroni - i nostri ragazzi avranno gli stessi stimoli che avevano gli alunni di 60 anni fa, in una società post-contadina che doveva combattere l'analfabetismo». In più, «la scuola invecchia: il maestro unico avrà tra i 55 e i 60 anni». Così, conclude replicando al ministro Gelmini, «si fa molto più di una manutenzione, così si sfascia la scuola pubblica». E contro la riforma interviene anche l'Italia dei valori: «La riforma della scuola che il governo impone con il voto di fiducia si scrive Gelmini ma si legge Tremonti. A quest'ultimo vanno ascritti i provvedimenti concreti e dannosi come il taglio di 8 miliardi, il maestro unico il taglio di 87.000 cattedre e di 44.500 unità di personale non docente. Della Gelmini invece sono i provvedimenti inutili e la sua inqualificabile assenza oggi in aula avvolora questa tesi». Dichiara Silvana Mura, deputata di Idv, nel suo intervento alla Camera. E dal partito arriva un voto al governo: 4 in condotta. Un pessimo giudizio è anche quello dell'Udc, che conferma la sua opposizione al decreto scuola: «Se il ministro Gelmini - osserva in una nota Luisa Capitanio Santolini - afferma che non ha realizzato alcuna riforma dà ragione a chi ha criticato il governo per aver introdotto piccole novità buone solo per la propaganda». Poi la deputata centrista attacca la scelta del governo di cambiare il volto della scuola « senza avviare prima un dibattito ampio e senza il consenso dei protagonisti del comparto».
Perciò dall'Udc la richiesta che «l'Esecutivo
affronti invece le vere questioni come l`autonomia, la valutazione
delle scuole, la carriera e gli stipendi degli insegnanti e la
libertà di scelta educativa, nodi che non si sciolgono con una
semplice 'manutenzione'. Stupisce - conclude Santolini - che il
ministro stesso parli di 'aumento dei servizi alle famigliè quando
nel decreto-legge, peraltro blindato dalla fiducia, non se ne vede
nemmeno l'ombra». |