Il ministro Vito sul pacchetto Gelmini: "E'
urgente e scade il 31 ottobre"
Nel provvedimento il taglio degli insegnanti, il maestro unico e il
ritorno ai voti
Su maestri e voto in condotta
il governo chiede la sesta fiducia.
L'opposizione insorge: "Si viola la
Costituzione". Veltroni: "Solo tagli per 8 mld"
Gli universitari occupano gli atenei di pisa e Firenze.
Sindacati verso lo sciopero generale
Claudia Fusani la
Repubblica, 6.10.2008
ROMA - E alle ore 19 e 5 minuti arriva il voto di fiducia numero 6
in meno di quattro mesi di vita della XVI legislatura. Che pure è
quella con la maggioranza più ampia nell'era della Seconda
repubblica. La chiede in un'aula di Montecitorio semideserta il
ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito precisando che
la richiesta nasce "solo da fatti tecnici, dalla mancanza di tempi
certi nel dibattito che può diventare in fretta ostruzionismo
dell'opposizione e non certo da divisioni all'interno della
maggioranza".
La
sesta fiducia. Il governo ha fretta. Il pacchetto scuola del
ministro Mariastella Gelmini - dal maestro unico alla non
sostituzione di circa 150 mila insegnanti in tre anni passando per i
ritorni al grembiule e al voto in condotta - scade il 31 ottobre. E
con l'aria che tira, anche oggi davanti a Montecitorio centinaia di
insegnanti hanno protestato alzando manifesti-santino al ministro
Gelmini "Santa ignoranza", esistono scarse possibilità che il
decreto possa attraversare in tempo utile la discussione in
commissione e nell'aula di Camera e Senato.
Fiducia, quindi, come così spesso è accaduto nella storia seppure
breve di
questa legislatura: così andò per l'Ici, per il pacchetto
sicurezza con la norma sui processi, e per la Finanziaria.
Mal di pancia nella
maggioranza. Non c'è
dubbio che il pacchetto Gelmini abbia creato non pochi mal di pancia
nella maggioranza, tra i banchi della Lega soprattutto. Bossi ci ha
messo del suo per complicare la vita al ministro, prima dicendo che
il maestro unico
"rovina i bambini", poi aggiungendo che "gli
insegnanti del sud abbassano la media". Malumori che il
governo oggi ha subito provveduto a smentire in aula ma che si sono
materializzati anche nel pomeriggio.
Il Carroccio deve ingoiare un rospo.
La richiesta di fiducia doveva arrivare nel primo pomeriggio, in
apertura dei lavori dell'aula. Invece è slittata ora dopo ora fino
alle sette di sera. Per due motivi. Il testo del maxi-emendamento,
sostitutivo del decreto, è stato sottoposto all'attenzione del
presidente Fini che doveva valutarne la compatibilità. Solo che il
governo si era "dimenticato" di allegare la relazione tecnica con la
valutazione relativa alla copertura economica. Ed è stato necessario
un passaggio in più - che non ha soddisfatto l'opposizione - in
Commissione Bilancio. Il secondo motivo si chiama Lega: nel testo
del maxiemendamento infatti è rispuntato il fatto che la graduatoria
degli insegnanti non sarà, come richiesto dal Carroccio, su base
regionale ma su base nazionale. Significa che un maestro di Messina
potrà ancora andare ad insegnare a Varese. Vedremo se la cosa
lascerà strascichi nella maggioranza. Di sicuro oggi ha rallentato
di un paio d'ore la richiesta di fiducia. Che sarà quindi votata a
partire dalle 19.05 di martedì. Dopo 24 ore, secondo regolamento.
Gelmini: "L'urgenza c'è e
fiducia necessaria".
L'ennesima fiducia chiesta dal governo Berlusconi conferma le
denunce delle opposizioni, dal Pd all'Udc passando per l'Idv, che
accusano il governo di svuotare il Parlamento di quelle che sono le
funzioni di confronto e dibattito, di umiliarlo e di attentare così
al significato stesso della democrazia.
"L'urgenza c'è e la fiducia è necessaria perchè l'opposizione ha già
provato a fare ostruzionismo facendo lievitare il numero degli
emendamenti" ha precisato il ministro Gelmini. E dire che solo pochi
giorni fa proprio il presidente della Camera Gianfranco Fini aveva
detto
stop all'abuso dei decreti difendendo i diritti della Camera.
"Allora cambiate i regolamenti, fanno perdere troppo tempo" aveva
replicato il premier. Proposta rilanciata oggi dal ministro Vito:
"Adesso ci saranno le solite polemiche, spero sia la volta buona per
avviare un dibattito sul ruolo delle Camere".
Indignata l'opposizione.
Durissimo il capogruppo del Pd Antonello Soro: "Quello che succede è
gravissimo, si sta svuotando il Parlamento dalle sue funzioni. Le
persone libere si chiedano chi è lo sfascista in questo paese". E
poi rivolto a Fini: "Presidente rifletta: qui si sta violando la
Costituzione". Maria Coscia (Pd) accusa la maggioranza di aver
saputo, in questi mesi, "solo alzare muri anzichè cercare il
dialogo". Lino Duilio, anche lui membro della Commissione per il Pd,
dice chiaro che "la maggioranza conferma giorno dopo giorno di voler
ridurre il Parlamento ad una succursale acritica del governo".
Ancora più netto l'intervento di Antonio Di Pietro, leader
dell'Italia dei Valori. "La Gelmini? Vende fumo - dice l'ex pm -
anche a me piace vedere i ragazzi col grembiule piuttosto che con i
piercing sull'ombelico, o i tatuaggi. Tutti sentiamo il bisogno di
mettere ordine nella scuola, ma quella del governo è politica
dell'apparenza, perchè di fatto il decreto sa solo fare tagli". Il
segretario del pd Walter Veltroni ha fatto i conti: "Macchè riforma,
questo decreto contiene solo 8 miliardi di tagli".
La fiducia dà la carica
alla Cgil. Ma tra l'ora
tarda e l'evidenza dei fatti, il dibattito sulla richiesta del voto
di fiducia si ferma qua. Nei banchi dell'opposizione sì e no una
ventina di persone. Fuori, invece, la protesta monta giorno dopo
giorno e si annuncia ancora più dura. "Se il governo mette la
fiducia - commenta il segretario generale della Cgil Guglielmo
Epifani - rafforza le ragioni della protesta". "La fiducia -
aggiunge - non è un segno positivo perché è evidente che se noi
abbiamo chiesto un confronto e si mette la fiducia si rafforzano le
ragioni della protesta".
"Santa Ignoranza".
Oggi intanto davanti a
Montecitorio hanno manifestato per tutto il giorno centinaia di
insegnanti e studenti alzando l'immagine "sacra" del ministro
Gelmini ribattezzata "Santa Ignoranza". Rulli di guerra dagli
studenti universitari che venerdì scenderanno in piazza. Perchè non
è solo la scuola dell'obbligo il problema. C'è anche l'università
che, con il via libera alle Fondazioni previste da Tremonti e
Brunetta, in tre anni potrebbe essere privatizzata. I ricercatori
prima e gli studenti da oggi hanno occupato le facoltà scientifiche
di Pisa e Firenze, "contro il taglio dei fondi statali
all'università e la possibilità che gli atenei siano trasformarti in
fondazioni private". Dalla Toscana potrebbe partire il dòmino delle
occupazioni. I sindacati sono pronti allo sciopero generale. Il 31
la prima data buona.
Intanto, la
Gilda degli insegnanti
fa pressing sugli altri sindacati della scuola per una mobilitazione
unitaria. "Continuiamo a
insistere
- dichiara il coordinatore nazionale della
Gilda degli Insegnanti,
Rino Di Meglio
-
per realizzare un'azione di protesta unitaria con le altre sigle
sindacali, ma i tempi stringono e ormai riteniamo che l'unico giorno
disponibile per indire lo sciopero sia il 31 ottobre".
L'ufficialità ancora non c'è ma è proprio venerdì 31 ottobre, in
concomitanza con lo sciopero dei dirigenti scolastici, che il mondo
della scuola si fermerà per protestare contro il terremoto Gelmini.