Il 30 ottobre la data possibile. E intanto la Camera oggi licenzia il testo.
Scuola, contro la riforma Eleonora Martini da il manifesto, 9.10.2008
ROMA I lavori della Camera riprenderanno questa mattina - subito dopo l'apertura di Tremonti che riferisce sulla crisi finanziaria - con la votazione dei pochi odg rimasti, quelli non accolti dal governo o sui quali il sottosegretario ha chiesto una correzione. Questa sera alle 19, infine, dopo le dichiarazioni di voto, in diretta tv sulla Rai, lo scrutinio finale sull'intero provvedimento. Che da domani passa all'esame del Senato, dove probabilmente sarà richiesto, e incassato, il settimo voto di fiducia. Nel frattempo il mondo della scuola e dell'università va, ogni ora di più, in fibrillazione e si mobilita contro i tagli del ministro dell'economia Tremonti avallati dalla titolare dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Ieri, in una riunione conclusasi in serata, Cgil Cisl Uil Gilda e Snals hanno trovato l'accordo sullo sciopero generale e fissato la data che dovrà essere confermata dopo il tentativo di conciliazione al ministero dell'Istruzione. Battendoli sul tempo, le organizzazioni sindacali di base - Cobas, Cub e SdL - avevano già indetto il loro sciopero generale della scuola per il 17 ottobre. Ma la protesta contro il decreto 137 sarà anche tra i punti programmatici delle manifestazioni di sabato 11, indetta dalla sinistra extraparlamentare, e di quella promossa dal Pd del 25 ottobre. Domani invece gli studenti medi dell'Uds e altre organizzazioni, con l'Arci scenderanno in piazza contemporaneamente in 70 città italiane.
Forse con una punta di pathos in meno, nella
seduta dedicata all'esame degli odg i deputati dell'opposizione
hanno motivato, punto per punto, la protesta contro la riforma
Gelmini. A cominciare dal famigerato articolo 4, quello che restaura
il maestro unico e di conseguenza abolisce il tempo pieno nelle
scuole primarie. Provvedimento che rischia, secondo Pina Picierno,
ministro ombra del Pd per le politiche giovanili, «di eliminare il
presidio di legalità in molte zone del Sud» dove migliaia di piccoli
istituti verranno chiusi e dove «i bambini si troveranno in mezzo
alla strada a mezzogiorno e mezzo». C'è chi riporta anche l'allarme
del prefetto di Napoli Panza sui nefasti «effetti sociali» che il
decreto avrà sull'occupazione in Campania. In Sicilia, poi,
potrebbero scomparire 15 mila posti di lavoro, con grande profitto
delle mafie. Perfino l'Mpa ha presentato 4 odg per proteggere gli
insegnanti del Sud. Quasi tutti gli interventi puntano il dito
contro il «modello aziendalista» della ministra Gelmini, «perfino
peggiore» di quello «funzionalista» di Letizia Moratti. E chiedono
al governo di «proteggere il modello della scuola a tempo pieno,
cioè delle 40 ore settimanali». E c'è chi, come Fogliardi ha citato
il discorso pronunciato l'11 febbraio 1950 da Pietro Calamandrei a
difesa della scuola pubblica: «Facciamo l'ipotesi che vi sia un
partito dominante», che «non vuole fare la marcia su Roma, ma vuole
istituire una larvata dittatura» e «si accorge che le scuole di
Stato hanno il difetto di essere imparziali». Allora che fa?
«Comincia a trascurare la scuola pubblica, a screditarla, ad
impoverirla e comincia a favorire le scuole private».
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