In tv il ministro ha difeso le sue scelte.

Il Gelmini-pensiero
per una scuola meno burocratica.

di Tiziana Caroselli La Gazzetta del Sud, 6.10.2008

ROMA
Ha difeso, con le argomentazioni di sempre, la scelta («pedagogica») del maestro unico, ha rassicurato mamme e papà sulla tenuta, anzi sul potenziamento (50% e forse più), del tempo pieno, e ha indicato quali saranno i prossimi passi che intende compiere per arrivare alla "sua" scuola. Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, determinata e rilassata, ospite della trasmissione televisiva «Questa domenica» si è detta felice di potersi rivolgere, dagli schermi tv, «direttamente alle famiglie» e ha puntato l'indice sulla «cattiva informazione» che si sta facendo su alcune questioni come quella, appunto, dell'abolizione del team di insegnanti alla scuola elementare.

A giustificazione del percorso deciso – tagliare e razionalizzare – il ministro ha ricordato il pesante fardello rappresentato dal debito pubblico. «Ogni bambino, ogni neonato – ha rimarcato – eredita un debito di 30 mila euro. L'Italia ha un debito che è il terzo al mondo. E questo – ha aggiunto – è un governo che si assume la responsabilità di scelte anche difficili, perché è più complicato governare dove le risorse economiche sono limitate».

Mariastella Gelmini ha ribadito l'intenzione del Governo di dare quel che meritano ai docenti. «L'aggiornamento degli insegnanti è un elemento fondamentale: 150 ore certamente non bastano, ma noi abbiamo a disposizione molti fondi che ci derivano dall'Ue e che vogliamo investire nella formazione degli insegnanti ai quali va però garantito un percorso professionale» ha affermato auspicando che il Parlamento approvi presto una legge che modifichi il reclutamento degli insegnanti, che garantisca la continuità didattica e preveda anche un inquadramento professionale, riconoscendo lo sforzo fatto, i risultati raggiunti, la disponibilità all'aggiornamento permanente. Per aiutare la categoria il ministro intende anche spazzare via un po' di «inutili passaggi burocratici che non servono a nulla. Allora togliamo la burocrazia».

Insegnanti più considerati, dunque, ma anche scuole gestite in modo diverso. Bisogna trasformarle, che siano statali o non statali – ha sostenuto il ministro Gelmini – in fondazioni dove ci sia una partecipazione ampia delle famiglie. «E sarei anche dell'idea – ha aggiunto – di accogliere esperienze positive come quella della Lombardia sulla "dote" e il "buono scuola" per consentire davvero una crescita media del livello della qualità della scuola stessa».

Il ministro ha segnalato anche un restyling (non per quest'anno) dell'Esame di Stato: «Al Ministero è al lavoro una commissione si sta occupando di come renderlo più aderente alle esigenze di oggi».