Il commento della titolare dell'Istruzione
sull'opposizione ai suoi provvedimenti
Gelmini: "Ci sono due Italie Manifestazione dei coordinamenti romani davanti al ministero la Repubblica, 2.10.2008 ROMA - "Ci sono due Italie: quella che lavora, progetta e vuole essere pagata meglio. Poi ci sono piccole frange che preferiscono protestare e mantenere lo status quo: lasciamoli stare". Nel giorno del "No Gelmini day", il ministro dell'Istruzione non lascia aperto neppure uno spiraglio alla possibilità di dialogare con chi si oppone ai suoi provvedimenti per la scuola. E commenta con toni stizziti la manifestazione inscenata da insegnanti, studenti e genitori davanti al suo dicastero. Oltre al "No Gelmini day", organizzato da una serie di coordinamenti romani, c'è la protesta degli specializzandi dell'ultimo ciclo Ssis che chiedono l'equiparazione di trattamento con gli altri precari. Contestazioni che puntano ad allargare il dissenso per la riduzione di risorse decise dal governo sul fronte della scuola pubblica: una politica che si tradurrà in tagli all'organico che, anche attraverso il dl 137 attualmente in discussione alla Camera, porteranno alla riduzione degli orari, alla revisione delle classi di concorso, alla chiusura o all'accorpamento delle scuole più piccole e al ritorno al maestro unico.
Di
fronte alle proteste il ministro chiude tutte le porte al dialogo e
insiste sul concetto delle "due Italie". Accusando gli oppositori
dei suoi provvedimenti di voler mantenere la situazione attuale:
"Chi si limita a difendere lo status quo non fa un buon servizio per
il futuro della scuola - dice la Gelmini - Bisogna avere il coraggio
di cambiare perché la scuola come è oggi scontenta tutti, docenti e
ragazzi".
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