Brunetta (casualmente) contro. Sandro Mattiazzi e Andreina Mezzacapo, 19.10.2008. Nel corso degli eventi si verificano talvolta delle combinazioni le quali fan sì che una persona accentri attorno a sé le tensioni, i malesseri, le inquietudini, le speranze di un certo periodo storico. La persona diviene perciò epifania di un sentire collettivo spesso fondato su “slanci emotivi” motivati da speranze le quali, di fondo, attingono dalla convinzione che un deus ex machina possa mettere a posto “le cose”, possa LUI colpire i malvagi responsabili della loro disperante situazione. Questa breve premessa per introdurre la persona del Ministro Brunetta. Brunetta, ovvero: ... Vi libero IO dai fannulloni … Vi dico IO perché le cose vanno male ... Vi dico IO come si deve agire per cambiare … Vi dico IO ecc. ecc. ecc. … Poiché (a suo dire) IO sono docente universitario, IO sono un esperto economista ecc. ecc. ecc... All’interno di questa compagine governativa (dell’anno 2008 D:C. ) il Ministro Brunetta è venuto a rappresentare l’uomo giusto per creare Ordine e Disciplina, non più intesi i due termini quali espressioni totalitarie, fasciste come si sarebbe detto un tempo (oggi i revisionisti insorgerebbero scandalizzati) ma come ripristino (ci riferiamo alla fine del XIX e dell’inizio del XX secolo italiano) della autorità della maggioranza capace di risposte immediate ed efficaci. Il Ministro Brunetta, infatti, ha elaborato (tra gli altri) il seguente ragionamento:.. Il Pubblico Impiego va male, perché ci sono i fannulloni i quali non lavorano e si ammalano falsamente. Ecco quindi il decreto Brunetta inerente alla malattia; efficacemente restrittivo!! Peccato che vengano colpiti tutti (anche la stragrande maggioranza che lavorava e lavora, si ammalava e si ammala “correttamente”) e peccato che venga demonizzata la malattia, l’ammalarsi quale atto anti collaborativo, anti governativo volendo fare una battuta. Comunque sia il Ministro Brunetta conosce ciò che è giusto e ciò che non lo è; blocca part-time, restringe al limite (se non oltre) benefici di legge acquisiti (che significa diritti conquistati, perché i diritti non crescono in giardino); valuta in modo “arrogante” sindacati e organizzazioni affini reclamando il diritto del governo a risparmiare, tagliare, razionalizzare, riorganizzare; reclama, in altri termini “imperativi”, di usare il necessario e giusto bastone, sbandierando come compensazione, in modo ancora vago e misterioso, premi e premi per coloro che collaboreranno al nuovo progetto. Certo, Brunetta (il Ministro) è una emanazione del governo ma, date anche alcune sue caratteristiche psicologiche, (ricordiamo sin dai tempi di De Michelis Gianni il suo livore e detestazione verso il Pubblico Impiego) è oggi la persona simbolo verso la quale condurre una lotta e possibilmente vincerla; contrastare la persona Brunetta Ministro significa contrastare una visione dello Stato quale padre-padrone. Una visione, pare proprio così, nella quale il sociale è ridotto o condotto a paterna benevolenza, a concessione di premio che tanto profuma di attestato, di medaglia, di pergamena al merito.( Ipotetici meriti..da definire..) In altri termini, l’apparentemente secco punto di vista brunettiano (casualmente brunettiano) e cioè il punto di vista economico/aziendale in realtà nasconde, pare proprio così, una visione sociale estremamente semplificata e riduttiva nella quale le dinamiche conflittuali o rivendicative vengono risolte con le necessità dei conti argini e risposte a qualsiasi tipo di questione. Nulla di nuovo se non il fatto che oggi (anno 2008 D:C: ) ci si ritrova a contrastare passate strategie, rispolverate da una “mentalità di intervento forte” al quale si è voluto dare il volto e l’inspiegabile presunzione del Ministro Brunetta. Per lasciare il proprio segno nella storia (sia essa pubblica che privata) sarebbe opportuno possedere e porsi con una sincera dose di umiltà e capacità di ascolto (non surrogabile con i sondaggi). Pregi non comuni e comunque non appartenenti, pare proprio così, al Ministro Brunetta (e a molti altri s’intende), il quale (lo si apprende da un’intervista su di un quotidiano) amerebbe proporre la propria candidatura quale sindaco di Venezia; è vero che la città lagunare versa oramai in uno stato di “abbandono sociale” senza precedenti favorendo tutto ciò che è altro alla vita quotidiana, ma speriamo davvero che l’ex Repubblica non perisca definitivamente sotto il peso delle Ordinanze Brunettiane (rapide ed imperative) atte a semplificare, semplificare, tagliare, tagliare semplificando e semplificare ancora i problemi della città. A questo punto visto che anche il Ministro Brunetta è amante dei sondaggi ne lanciamo uno: Il Ministro Brunetta può risultare più dannoso come Ministro della Funzione Pubblica o come Sindaco di Venezia?
Venezia/Mestre 19-10-2008 Sandro Mattiazzi Direttivo G I L D A prov. Venezia Andreina Mezzacapo Consigliera Municipalità di Mestre
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