Docenti e presidi hanno lanciato una raccolta di
firme contro i tagli del governo
Da Asor Rosa a Bevilacqua, da Curi a Vattimo: "Ricerca a rischio e
in mano ai privati"
Dagli atenei l'appello ai rettori.
"Bloccare l'anno accademico".
Valentina Conte la
Repubblica, 2.10.2008
Bloccare l'inaugurazione dell'anno accademico. In tutte le
università italiane. Per difendere la ricerca e la qualità
dell'insegnamento e fermare i tagli alle risorse già scarse decisi
dalla legge 133, l'ex decreto Brunetta.
L'appello c'è,
e si apre all'adesione dei docenti italiani. Scritto da Piero
Bevilacqua, ordinario di Storia contemporanea alla Sapienza di Roma,
ha già raccolto firme eccellenti: Asor Rosa, Vattimo, Curi. Tante si
vanno aggiungendo anche con la
sottoscrizione online.
I professori chiedono ai loro rettori di "raccogliere il profondo
disagio e la protesta che sale dalle università e di reagire con
l'energia che la gravità della situazione richiede". Contro le
misure previste dalla nuova legge che di fatto cambiano in peggio il
volto degli atenei: "Sottraggono risorse alla ricerca, riducono il
personale docente e amministrativo, restringono lo spazio vitale
dell'università sancendone l'emarginazione irreversibile nella vita
del Paese".
"Il provvedimento del governo accompagna l'università alla
catastrofe - dice Bevilacqua - tagliando del 20 per cento il turn
over e permettendo la trasformazione degli atenei in fondazioni. Un
suicidio". In pratica, ogni cinque docenti pensionati ne entrerà
solo uno nuovo. E con la maggioranza semplice, il rettore potrà
deliberare il passaggio da università pubblica a ente privato.
"Un Paese senza ricerca e in mano ai privati dove va? - prosegue
Bevilacqua - Un disastro per tutti. Gli ordinari entrano a sessant'anni.
Assurdo. I nostri giovani migliori fuggono via. I dottorandi
zampettano tra articoletti e ricerchine, senza prospettive perché
senza ricambio. In attesa di concorsi e soprattutto di grandi
progetti". A preoccupare è il fiato corto, quel "vivere nel breve
periodo ossessivo e distruttivo che non porta da nessuna parte". E
quell'idea, dannosa, di privatizzare l'istruzione, "con l'ateneo
classista, chiuso ed esclusivo, e piegato alle piccole utilità di
privati poco interessati alla ricerca vera".
IL TESTO DELL'APPELLO
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