Passa il maxiemendamento del governo al decreto
legge del ministro Gelmini
Maestro unico e tagli alla scuola
Entro fine mese il provvedimento deve essere
convertito dal Senato la Repubblica, 7.10.2008 ROMA - La Camera ha votato la fiducia sul pacchetto Gelmini sulla scuola. Il maxiemendamento al decreto legge è stato approvato con 321 favorevoli, 255 contrari e due astenuti. Domani mattina alle 10.30 inizierà l'esame degli ordini del giorno presentati al provvedimento, mentre il voto finale della Camera sull'intero decreto arriverà giovedì. Il testo passerà quindi al vaglio del Senato, dove dovrà essere convertito in legge entro il 31 ottobre. Torna il maestro unico. Nel provvedimento sono contenuti i cambiamenti ampiamente annunciati nei giorni scorsi: dal maestro unico al blocco del turn over nei prossimi tre anni per circa 150 mila insegnanti, dal ritorno al grembiule al voto in condotta. Sul maestro unico, uno dei punti più contestati da opposizione e sindacati, il decreto prevede l'abolizione, a partire al prossimo anno, del team di insegnanti alle elementari (ora sono tre per due classi). Orario di lavoro più lungo. Quanto alle ore del tempo pieno, queste saranno coperte dallo stesso maestro unico, che dovrebbe lavorare un maggior numero di ore. Il decreto prevede che per le ore di insegnamento aggiuntive, rispetto all'orario d'obbligo, si possa attingere per il 2009 dalle casse delle singole scuole. Accontentata la Lega. Il maxiemendamento modifica invece l'articolo 1 lì dove si prevedeva la nuova disciplina "Cittadinanza e Costituzione", introducendo, per "promuovere la conoscenza del pluralismo istituzionale, definito dalla Carta Costituzionale", iniziative "per lo studio degli statuti regionali delle regioni ad autonomia ordinaria e speciale'', come richiesto dalla Lega Nord. Le regole per bocciare. Per quanto riguarda le bocciature il testo stabilisce che "nella scuola primaria i docenti con decisione assunta all'unanimità, possono non ammettere l'alunno alla classe successiva solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione". Alle medie sarà necessaria "una decisione assunta a maggioranza dal consiglio di classe" e si dovrà tenere conto anche di "disturbi specifici di apprendimento e della disabilità". I voti in cifre. Tornano anche i voti in decimi per cui al voto insufficiente è stata sostituita la dicitura "al voto inferiore a sei decimi". Voti che saranno usati anche per l'esame finale. Infine il provvedimento interviene sulle edizioni dei libri scolastici che, alle medie e alle superiori, saranno rinnovate (salvo casi particolari) ogni sei anni, e gli specializzandi Ssis, che potranno essere inseriti nelle graduatorie ad esaurimento non più in coda ma nelle posizioni spettanti in base ai titoli. L'opposizione all'attacco. Il voto di fiducia di Montecitorio è stato preceduto da un duro scontro tra maggioranza e opposizione. "Questa riforma si scrive Gelmini ma si legge Tremonti e il governo ha detto di no a qualsiasi possibilità di interlocuzione sul testo", ha denunciato Silvana Mura dell'Idv rilevando che nel testo "ci sono solo tagli". Un provvedimento, lamenta ancora il movimento di Antonio Di Pietro, che "rottama la scuola e con essa il diritto all'istruzione". "Un pasticcio contro il futuro". Valutazione identica a quella fatta dal Pd. "Il vero autore del decreto è Tremonti, secondo cui la scuola italiana, sebbene buona, è troppo costosa", ha accusato Maria Coscia. "Dall'opposizione - ha aggiunto - non c'è stato nessun comportamento ostruzionistico ma solo la voglia di confrontarsi sul merito" mentre ora il "pasticcio contenuto nel decreto impedisce di costruire un futuro per il Paese". Vota contro anche l'Udc. Contro la fiducia ha votato anche l'Udc. "Sono d'accordo sul fatto che la reintroduzione del voto in condotta o del grembiulino non migliorerà la situazione drammatica in cui versa la scuola, ma rimane il fatto che il titolare dell'Istruzione, contrariamente alle sue promesse ne sta cambiando il volto senza avviare prima un dibattito ampio e senza il consenso dei protagonisti del comparto", ha spiegato Luisa Capitanio Santolini, ribadendo che "nessuna urgenza giustifica un decreto sulla scuola blindato dalla fiducia". La manutenzione della Gelmini. Accuse che non sembrano aver scalfito le certezze della maggioranza. "Più che una riforma, la mia credo sia una manutenzione della scuola, che rimetta al centro la sfida educativa in collaborazione stretta con la famiglia", ha fatto sapere il ministro Mariastella Gelmini ricordando lo "sforzo in atto da parte del governo per riqualificare la spesa" che, nel settore della scuola, si traduce in "un riposizionamento delle risorse". Studenti in piazza venerdì. Vanificata in Parlamento con il voto di fiducia, l'opposizione al pacchetto Gelmini continua però nelle piazze e nelle scuole. Venerdì prossimo gli studenti della Rete degli studenti medi annunciano una nuova ondata di manifestazioni. "Porre la fiducia sul decreto - sostiene il coordinamento - è l'ennesimo atto dei bulli di governo, che non vogliono nessun dialogo e preferiscono imporsi sempre e comunque con la forza". La Sapienza mobilitata. In fibrillazione anche l'università: un gruppo di studenti della Sapienza a Roma ha occupato il Rettorato, annunciando una "assemblea d'ateneo, aperta a tutte le componenti, per giovedì 16 ottobre nell'Aula magna".
Sindacati sul piede di guerra.
Anche i sindacati intanto si
preparano alla protesta: secondo Giorgio Santini, segretario
confederale della Cisl, se la fiducia alla camera "è la risposta del
governo alla disponibilità al dialogo" espressa dai confederali
"allora sarà inevitabile l'intensificarsi della mobilitazione".
Mentre per Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola,
il maestro unico "non ha nessuna motivazione d'urgenza. E' uno
scontro che si poteva evitare. I veri problemi si avranno - prevede
- quando si dovrà attuare il meccanismo dei tagli. Andremo ad una
mobilitazione forte di tutto il sindacalismo scolastico"..
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