Istruzione Il capo dello Stato firma in serata il decreto sull'università. E Veltroni: dialogo se il governo sospende il piano Gelmini
Scuola, la Cei alle famiglie
Il ministro apre a un confronto
sull'università: Mariolina Iossa Il Corriere della Sera, 11.11.2008 ROMA — Scegliete l'ora di religione cattolica, scrivono i vescovi italiani alle famiglie. Sceglietela perché «in una società sempre più connotata in senso multietnico e multiculturale — argomenta la Cei nel messaggio a genitori, studenti e insegnanti — l'insegnamento della religione cattolica può essere anche un utile spazio di integrazione, aiutando gli stranieri presenti nel nostro Paese ad accostare valori e tradizioni », che sono profondamente permeati «dallo spirito cristiano». E questo perché «tale insegnamento pone al centro la persona umana e la sua insopprimibile dignità, lasciandosi illuminare dalla vicenda unica di Gesù di Nazareth». La lettera della Cei arriva proprio nel giorno in cui un'altra lettera sulle questioni della scuola e dell'università viene scritta e inviata dal leader dell'opposizione Veltroni a due ministri, Tremonti e Gelmini. Walter Veltroni chiede di «esercitare una virtù che dovrebbe essere propria di ogni governo: quella dell'ascolto e dunque del confronto». Poi, l'apertura di un «tavolo al quale partecipino le parti sociali, il mondo della scuola e le forze di opposizione ». Infine, azzarda: chiede apertamente di «sospendere gli effetti del decreto Gelmini ormai approvato e di modificare con la Finanziaria le scelte di bilancio sulla scuola e sull'università fatte in estate con la manovra triennale». Il decreto sulla scuola, replicano dal ministero, quello ormai diventato legge, non si tocca. Altro che sospenderne gli effetti. Per il decreto sull'università, invece, che è stato varato giovedì scorso dal Consiglio dei ministri e che dovrà essere ora approvato dal Parlamento entro 60 giorni, qualcosa si può fare. Ma pare di capire che si tratti solo di qualcosina. «Sono disponibile a un confronto — così risponde il ministro Gelmini a Veltroni — che abbia come obiettivo riformare e migliorare l'istruzione in Italia». E quindi ad un confronto soltanto con quelle «forze riformiste che pensano non si possa esclusivamente difendere lo status quo». Sull'università il dibattito potrebbe dunque riaprirsi anche perché, continua Gelmini, il decreto legge contiene solo alcune «misure indifferibili e urgenti» mentre «per la riforma completa la sede del confronto sarà sicuramente il Parlamento ». Che il ministro sull'università sia più «morbido» lo dimostra anche il fatto che ha convocato per oggi pomeriggio al ministero i sindacati di categoria. I quali, però, a meno di significativi passi indietro, non intendono revocare lo sciopero e la manifestazione di venerdì. Ad ogni modo, il decreto legge sull'università varato giovedì scorso dal governo, il cui testo è stato limato fino all'ultimo momento dai tecnici di Viale Trastevere, in particolare per la parte relativa alle nuove norme per le commissioni dei concorsi, è stato firmato ieri sera dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ora sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
A
Milano La protesta si è conclusa con un concerto eseguito da un
gruppo di studenti del Conservatorio. |