il dl e'
ora all'esame dell'aula del senato
Università: le novità del decreto Gelmini
Stop ad assunzioni per gli atenei in deficit,
nuove regole per i concorsi dei docenti e strumenti anti «baronati»
Il Corriere della Sera,
27.11.2008
ROMA - Ora tocca all'università. Il decreto legge Gelmini
sull'università, licenziato dalla commissione Istruzione del Senato
arriva all'esame dell'aula. Stop alle assunzioni nelle università
con i conti in rosso, deroga parziale al blocco del turn-over,
invece, negli atenei virtuosi. Ma anche nuove regole per i concorsi
di docenti e ricercatori universitari e strumenti per combattere i
«baronati» dentro gli atenei.
Diverse le novità apportate in commissione: gli emendamenti del
relatore, il senatore del Pdl Giuseppe Valditara, hanno introdotto
una stretta sui baroni (per fare carriera i docenti dovranno
produrre pubblicazioni scientifiche, bando, insomma, ai fannulloni)
e l'obbligo per gli atenei di rendere più trasparente l'uso delle
risorse messe a bilancio e la produzione scientifica.
ASSUNZIONI
- Il dl prevede il blocco delle assunzioni nelle università che,
alla data del 31 dicembre di ciascun anno, abbiano i conti in rosso.
Per gli atenei indebitati c'è anche l'esclusione, per il 2008-2009,
dei fondi straordinari per il reclutamento dei ricercatori. Scatta,
invece, il parziale sblocco del turn-over (che passa dal 20% al 50%)
negli atenei virtuosi a patto che il 60% dei soldi sia speso per
reclutare i giovani. In base ad un emendamento approvato in
commissione ci si può avvalere per le assunzioni anche del supporto
economico di soggetti privati.
CONCORSI
- Cambiano le regole per la composizione delle commissioni. Per la
selezione dei docenti sono previsti un ordinario nominato dalla
facoltà che bandisce il posto e quattro professori ordinari
sorteggiati su una lista di dodici persone da cui sono esclusi i
docenti dell'università che assume. Per i ricercatori la commissione
è così composta: un ordinario e un associato scelti dalla facoltà
che bandisce il posto e due ordinari sorteggiati in una lista che
contiene il triplo dei candidati necessari, esclusi sempre i docenti
dell'ateneo che assume. Un emendamento votato oggi prevede che ci
sia una commissione nazionale designata dal Cun (Consiglio
universitario nazionale) per supervisionare le operazioni di
sorteggio che saranno pubbliche. Le nuove commissioni valgono anche
per i concorsi già banditi, ma intanto sono stati riaperti i termini
per partecipare ai concorsi in atto, viste le novità.
NORME ANTI-«BARONI»
- Tra le novità introdotte in commissione al Senato, le norme
anti-baroni: è prevista la costituzione di una anagrafe (aggiornata
annualmente) presso il ministero con i nomi di docenti e ricercatori
e le relative pubblicazioni. Per ottenere gli scatti biennali di
stipendio i docenti dovranno provare di aver fatto ricerca e
ottenuto pubblicazioni. Se per due anni non ce n'è traccia lo scatto
stipendiale è dimezzato e i docenti non possono far parte delle
commissioni che assumono nuovo personale. I professori e i
ricercatori che non pubblicano per tre anni restano esclusi anche
dai bandi Prin, quelli di rilevanza nazionale nella ricerca. Gli
atenei dovranno anche garantire trasparenza nei bilanci e far sapere
agli studenti come vengono spesi i finanziamenti pubblici. I rettori
in sede di approvazione del bilancio consuntivo dovranno anche
pubblicare i risultati delle attività oltre che i finanziamenti
ottenuti da soggetti pubblici e privati. Altrimenti si rischiano
penalità nell'assegnazione dei fondi.
RIENTRO DEI CERVELLI
- le università potranno coprire i posti da ordinario e associato o
da ricercatore chiamando studiosi «stabilmente impegnati all'estero»
anche quelli già impegnati nel Programma ministeriale di rientro dei
cervelli. Lo prevede un emendamento votato in commissione. Si
potranno anche chiamare «studiosi di chiara fama».
UNIVERSITÀ VIRTUOSE
- Almeno il 7% del Fondo di finanziamento ordinario sarà distribuito
alle università virtuose per migliorare la qualità della ricerca e
dell'offerta formativa.
DIRITTO ALLO STUDIO
- Nel decreto ci sono anche 65 milioni per nuovi alloggi e 135
milioni di euro per le borse di studio destinate ai meritevoli.
IL MINISTRO
- «Il decreto approvato dal Governo e gli emendamenti approvati
dalla Commissione Cultura del Senato sono una vera e propria svolta
nel sistema accademico in Italia – ha dichiarato il ministro
dell'Istruzione Università e Ricerca Mariastella Gelmini - da vent’anni
si parlava di come legare il merito alla carriera dei professori e
di come vincolare i finanziamenti all’università in base a parametri
che ne valutassero la qualità. Per la prima volta le carriere dei
docenti non saranno legate a scatti automatici ma - come previsto
dagli emendamenti approvati in commissione - al merito ed alla
ricerca effettivamente svolta».