Il ministro ieri a Sanremo non ha voluto incontrare i giornalisti.
Proseguono manifestazioni di protesta di studenti e docenti in tutt'Italia.

Scuola, non si fermano le critiche alla Gelmini.

 Giudizi positivi invece dalla Marcegaglia (Confindustria)
perché la riforma "taglia alcuni costi".

Giovanna Ricceri da La Gazzetta del Sud, 9.11.2008

ROMA
Tra polemiche politiche ma anche giudizi positivi, va avanti la protesta sulla riforma della scuola e dell'università. Oltre all'assemblea nazionale degli studenti universitari a Firenze e agli stati generali della scuola del Sud a Castelvolturno (dove c'è stata una coda polemica sui fischi ad un esponente del PdL), la giornata ha visto una nutrita serie di interventi su un argomento che continua ad essere al centro del dibattito politico e sociale.

Un giudizio positivo sulla riforma della scuola è venuto da Confindustria: il presidente Emma Marcegaglia a Sanremo ha detto che si tratta di un'operazione che «taglia alcuni costi e rimette a posto i numeri», Ma, ha aggiunto, «non bisogna fermarsi qui. È necessario varare una riforma sul merito, sull'efficienza e sulla qualità. Quello che è stato fatto andava fatto, ora bisogna continuare su questi temi».

«La scuola italiana così com'è non va bene – ha concluso la Marcegaglia – a chi protesta dico che dovrebbe guardare la classifica a livello europeo. Siamo sempre stati negli ultimi posti. Non possiamo più andare avanti così».

Gianfranco Fini, ha parlato, invece, di quanto avvenuto nei giorni scorsi a Roma: dall'incontro di Asolo con Massimo D'Alema, il presidente della Camera ha detto che «ci sono minoranze rumorose che poi ricorrono alle cinghie, ma sono molto molto rumorose e molto minoranze». In questo senso Fini osserva come sia «un fatto rilevante che negli atenei ci siano giovani di destra e di sinistra che si confrontano». «Avere valori condivisi – ha aggiunto Fini – significa fare i conti con la storia: si tratta di un lavoro prepolitico e culturale che dovrebbe impegnare tutti».

In una polemica lettera aperta, invece, il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga ha dato «consigli» al capo della polizia su affrontare la protesta. Attirandosi le critiche del leader no global, Francesco Caruso, che lo ha invitato a lasciar perdere la «nostalgia degli anni di piombo».

Intanto proseguono le proteste di studenti e docenti, in attesa del nuovo appuntamento in piazza, con lo sciopero generale dell'università e ricerca del 14 novembre a Roma. Tra gli altri, il Coordinamento degli insegnanti delle scuole superiori di Bologna, ha respinto «ogni tentativo di intimidazione della rivolta che ha accomunato insegnanti, genitori e studenti contro il tentativo di smantellamento della scuola pubblica statale».

Sono state settimane faticose per Mariastella Gelmini per le proteste e le forti polemiche sulle sue riforme di scuola e università. Ma anche con una legge portata a casa nonostante tutto, e un nuovo corso per ridare efficienza agli atenei, grazie ad un decreto tecnico per le urgenze a ad un ddl da portare avanti con il dialogo.

Ieri la Gelmini è stata al centro di una nuova polemica, durante un incontro di Confindustria a Sanremo. Riunione già prevista a porte chiuse, hanno spiegato gli organizzatori, ma con i giornalisti, speranzosi di un suo intervento pubblico fuori Roma dopo giorni di assenza, che sono stati «allontanati» dalle forze dell'ordine. Con tanto di protesta di Fnsi, Associazione ligure della stampa e opposizione.

Ma con pronta replica di Confindustria che ha spiegato come il ministro non sia stato responsabile della «chiusura delle porte» del convegno dell'Hotel Royal, «riservatezza» che è stata applicata in tutti e due i giorni di lavoro dei direttori dell'organismo imprenditoriale. Chiamata fuori per la Gelmini anche da fonti di Viale Trastevere: il ministro era soltanto ospite e non mai chiesto di allontanare i giornalisti.

Ma la Federazione Nazionale della Stampa ha giudicato «inaccettabile» l'episodio: «Chiediamo fermamente al governo di abbandonare questo atteggiamento di fastidio. Lasciateci lavorare. Se il ministro Gelmini avesse rispettato i giornalisti – ha spiegato la Fnsi – si sarebbe risparmiata una lezione scadente e una brutta notizia che comunque dobbiamo raccontare». Mentre il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo si è chiesto «perché il ministro dell'Istruzione ha paura dei giornalisti?».

In realtà, il ministro Gelmini ha tenuto ultimamente due conferenze stampa a Palazzo Chigi, il 22 ottobre e due giorni fa, e ha parlato al Senato; oltre agli interventi su agenzie, tv, quotidiani e periodici. Ma è dal 20 ottobre che non partecipa ad un evento pubblico non istituzionale.

Eppure il 15 ottobre aveva inaugurato l'anno accademico al Campus Biomedico di Roma senza alcun problema. Inoltre, il ministro a Viale Trastevere ha visto a più riprese le associazioni degli studenti e dei genitori. Ma il diradarsi di presenze ad eventi (era attesa da atenei da Nord a Sud) è stato sicuramente per seguire i consigli di chi, per motivi di sicurezza, le ha chiesto di non partecipare a incontri pubblici che potevano causare disordini.