Medici contro il governo. "Non denunceremo i clandestini ammalati" Mario Reggio, la Repubblica, 20.11.2008 ROMA - Denunciare gli irregolari ammalati come vuole il governo? I medici non ci stanno e si scagliano contro l'emendamento al pacchetto sicurezza all'esame del Senato presentato dalla Lega e condiviso dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi. «Siamo indignati e preoccupati, non denunceremo i clandestini perché è contro le norme morali della professione medica», è il commento degli specialisti della Società italiana di Medicina delle Migrazioni. «Per gli immigrati il Servizio sanitario nazionale è a rischio», afferma Roberto Lala, segretario del Sindacato unico di medicina ambulatoriale italiana. Una posizione condivisa dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici. E contro la richiesta del ministro dell'Interno Roberto Maroni di bloccare per due anni i flussi migratori, escludendo per il 2008 colf e badanti, si schiera l'Arci: «Una norma invocata in nome della crisi finanziaria ed economica, una scelta sbagliata e pericolosa - commenta il responsabile immigrazione Filippo Miraglia - il blocco produrrà altre ingiustizie e sofferenze, senza risolvere i problemi creati dalla recessione». Dell'emergenza integrazione ha parlato ieri anche il cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale italiana: «L'integrazione è un versante problematico rispetto al quale la Chiesa sa di dover dire il suo sì agli italiani, indicando la strada della moralità sociale e della legalità pubblica». Ma torniamo all'assistenza sanitaria agli immigrati clandestini. Le associazioni dei medici ribadiscono il loro dissenso nei confronti della proposta della Lega. «Il pacchetto sicurezza modifica la norma per la quale l'accesso alle strutture ospedaliere e territoriali dello straniero non in regola non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano». L'obbligo di denuncia, infatti, «metterebbe in serio pericolo l'accesso alle cure mediche degli immigrati irregolari, violando il principio universale del diritto alla salute, fortemente affermato dalla nostra Costituzione» che «tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti». Per i medici, «vale la pena sottolineare come la Carta costituzionale non subordini al possesso di alcun requisito il riconoscimento del diritto alla salute e quindi all'assistenza». E ancora: con l'impostazione illustrata dal ministro Sacconi e le proposte della Lega si costringerebbe il medico ad andare «contro le norme morali che regolano la sua professione contenute nel codice deontologico»regolano la sua professione contenute nel codice deontologico e si rischierebbe inoltre «una clandestinità sanitaria, pericolosa per l'individuo e per la collettività».
Se
il governo tenta di isolare gli immigrati clandestini, la Regione
Toscana va nella direzione opposta. Il presidente Claudio Martini ha
illustrato il testo della proposta di legge che, tra gli altri
provvedimenti come mense e dormitori, conferma l'assistenza
sanitaria ai clandestini: «Vogliamo ampliare l'offerta per costruire
un modello civile di convivenza civile». E l'Associazione italiana
pneumologi ospedalieri lancia l'allarme: «C'è il rischio reale che
si diffonda la malattia tubercolare con danno per la sanità
pubblica, perché un clandestino, costretto anche a pagare le
prestazioni, eviterà di sottoporsi ai controlli medici». |