Studio europeo, Lisbon Council, atenei italiani non preparano i giovani ad affrontare la vita La Stampa, 19.11.2008
BRUXELLES Secondo la classifica stilata il sistema universitario del nostro Paese si piazza al nono posto tra quelli industrializzati. Ben distante dai livelli di Australia, Regno Unito, Danimarca e Stati Uniti. Il rapporto mette nel mirino quasi tutti i Paesi che hanno un sistema educativo di stampo romano-germanico, tra cui l’Italia, che - si spiega - dovrebbero avere un’università «più aperta, più democratica e più facilmente accessibile per una più ampia fascia di popolazione». Proprio come avviene - si sottolinea - nei Paesi di cultura anglosassone e in quelli scandinavi. Insomma, l’Italia - insieme ad Austria, Francia, Germania, Olanda, Spagna e anche alla Svizzera - dovrebbe «fare di più per avere un sistema universitario che venga realmente e più efficacemente incontro alle domande economiche e sociali di una moderna economia basata sulla conoscenza».
Questo vuol dire «più opportunità per i
ragazzi» che devono essere messi in grado di ricevere un’educazione
«in grado di affrontare le sfide economiche e sociali
contemporanee». In particolare, gli atenei italiani stanno perdendo
sempre più appeal nei confronti degli studenti stranieri,
piazzandosi al dodicesimo posto nella classifica sulla capacità di
attrazione. E sono al quattordicesimo posto per la capacità di
essere un’istituzione di «apprendimento permanente». Infine, se non
proprio un «pezzo di carta», la laurea in Italia conta sempre ai
fini del lavoro: il nostro Paese è infatti scivolato all’ottavo
posto per la capacità del sistema educativo di formare laureati col
profilo giusto rispetto alle richieste del mondo del lavoro. |