L'Onda non si ferma, tra proteste e fiaccolate. I rettori: pausa di riflessione Università: niente decreto, sarà Ddl
Bonaiuti: "Berlusconi convinto che bisogna
cambiare". Mario Reggio e Cristina Zagaria la Repubblica, 3.11.2008 ROMA - Il piano per l'università verrà realizzato con un disegno di legge e non con un decreto. Sono queste le intenzioni del governo che sul secondo tempo della riforma Gelmini adesso è pronto ad utilizzare uno strumento più aperto al confronto. E comunque il provvedimento, confermano fonti dell'esecutivo, non sarà pronto questa settimana come aveva annunciato in un primo momento il ministro della Pubblica istruzione Maria Stella Gelmini. La Lega ed An hanno chiaramente invitato il governo ad una pausa di riflessione. Ieri Repubblica ha anticipato che Palazzo Chigi ha deciso di frenare sui tempi. Il portavoce del presidente del Consiglio Paolo Bonaiuti ha dichiarato però che «Berlusconi resta convinto che l'università ha bisogno di una profonda riforma. Ad essa sta lavorando il governo, primo tra tutti il ministro Gelmini». Ma anche ieri fonti vicine al governo hanno confermato a Repubblica che ci sarà uno slittamento dei tempi. L'Onda, intanto, non si ferma. A Roma 200 studenti della Sapienza si sono radunati ieri sera al Circo Massimo e, con candele e fiaccole hanno creato una mega scritta: "No 133". Cioè la legge che taglia un miliardo e mezzo agli atenei e blocca in sostanza il turn-over. A Napoli, gli studenti che occupano le facoltà di Lettere e di Filosofia alla Federico II hanno annunciato che il sito internet del ministro Tremonti è stato oscurato con la scritta "Se ci toccate il futuro, noi blocchiamo i vostri siti. Non ci fermerete". In serata il blocco è stato rimosso.
E il mondo
universitario? Il presidente della Conferenza dei Rettori, Enrico
Decleva afferma: «Bisogna guardare alla sostanza, ritengo un dato
positivo che esponenti autorevoli della maggioranza abbiano
rettificato il tiro. Una pausa di riflessione legata ai problemi
reali dell'università è necessaria». Il sistema della "governance" e
reclutamento dei professori: sono questi i due grandi assi della
riforma dell'università italiana a cui sta lavorando il governo. Ma,
appunto, attraverso un disegno di legge e non un decreto. «Questo è
l'impegno», assicura il senatore del Pdl e responsabile scuola di An
Giuseppe Valditara. Il che non esclude la possibilità di ricorrere
al decreto legge per questioni «condivise e popolari» come potrebbe
essere lo sblocco delle assunzioni per duemila ricercatori. Ergo,
una riforma così ampia e importante per il futuro del Paese ha
bisogno di un confronto ampio. Se l'Udc di Pier Ferdinando Casini
offre la propria disponibilità a discutere, a patto però che il
governo riponga nel cassetto i decreti legge e ripensi i tagli al
settore, il Pd è più combattivo: per l'ex ministro della Pubblica
istruzione Beppe Fioroni il progetto del governo punta a
«smantellare» il sistema universitario. L'esecutivo «deve fermarsi -
conclude Fioroni - e avviare un dialogo con l'opposizione». |