Marcegaglia-ministro a porte chiuse, i cronisti protestano.
«Scuola, riforma necessaria»
Ed è polemica su un convegno anti governo
organizzato dalla Campania Virginia Piccolillo Il Corriere della Sera, 9.11.2008 ROMA — Non bastavano le manifestazioni in piazza, le staffilate degli intellettuali e le parodie tv. Ora per Mariastella Gelmini arrivano anche le proteste dei giornalisti e una tre giorni anti-riforma organizzata dal governatore della Campania Bassolino. Unica consolazione l'apprezzamento della Confindustria che ieri l'aveva chiamata a Sanremo per parlare della sua riforma agli stati generali. Un appuntamento che doveva essere senza insidie. La Gelmini aveva parlato dei tagli che giudica «indispensabili» per redistribuire le risorse investendo in qualità e formazione. Dell'importanza della formazione tecnica. Dell'intenzione di aprire le scuole al territorio attraverso il contributo delle aziende private. Musica per la Confindustria. «È un decreto che taglia alcuni costi e mette a posto alcuni numeri, ma non bisogna fermarsi qui — aveva commentato la presidente Emma Marcegaglia — adesso deve partire la vera riforma, che si basa sui criteri dell'efficienza, del merito e della qualità». Un apprezzamento coperto subito però dalle polemiche. I cronisti esclusi dall'incontro hanno puntato il dito contro la Gelmini, uscita dal seminario senza rilasciare dichiarazioni. «Ha preteso e ottenuto che i giornalisti venissero allontanati » denuncia la Fnsi parlando di «episodio inaccettabile ». E l'opposizione con il Pd Di Giovan Paolo attacca: «Perché ha paura?». Secca la smentita di viale Trastevere. L'incontro era già stato previsto a porte chiuse dalla Confindustria. Versione confermata dallo staff della Marcegaglia: era andata così anche agli altri incontri. Compreso quello con il pd Burlando. Ma polemiche e proteste non si fermano. Annuncia interrogazioni parlamentari il PdL Straquadanio contro una tre giorni di convegno finanziata dalla Regione Campania sulla riforma con una premessa dichiarata nel depliant: «La ricetta applicata dal Governo è semplice ma dannosa». Intanto, a dispetto del decreto varato martedì che ha ammorbidito tagli e blocco del turnover dei ricercatori, la protesta continua. E scatena polemiche la provocazione di Cossiga che, per sottrarre consenso ai manifestanti, suggerisce al capo della polizia di ritirare la polizia «al minino cenno di violenza» auspicando come «ideale» che di queste manifestazioni fosse vittima un passante, meglio se vecchio, donna o bambino ». E se ferissero qualche poliziotto, «anche uccidendolo» «farei intervenire massicciamente e pesantemente le forze dell'ordine contro i manifestanti, ma senza arrestare nessuno ».
Il
presidente della Camera, Gianfranco Fini, minimizza: «Quelle
minoranze rumorose che poi ricorrono alle cinghie. Sono molto
rumorose, ma anche molto minoranze». Mentre il ministro della
Difesa, La Russa, ironizza sui manifestanti "con la benedizione" di
mamme e maestre «che chiedono "difendete i nostri privilegi" ». Il
sindaco di Roma, Gianni Alemanno, invece invita a fare riforme
condivise. Ma il suo portavoce smentisce che si fosse riferito alla
Gelmini. |