Università: Gelmini apre, sindacati divisi Eu. B. Il Sole 24 Ore, 12.11.2008. L'unità sindacale che si era realizzata sulla scuola rischia di andare in fumo sull'università e la ricerca. Cisl e Uil, infatti, si sono dette disponibili a sospendere lo sciopero generale di venerdì qualora il Governo "sbloccasse" le partite sulla stabilizzazione dei precari e sui rinnovi contrattuali in sospeso e avviasse tavoli tecnici di confronto sulla riforma degli atenei e sulle risorse per la ricerca. Mentre la Cgil si è mostrata ferma sul proposito di scendere in piazza. Per ora la revoca della manifestazione nazionale fissata per il 14 novembre a Roma è solo un'ipotesi. Che è emersa ieri sera al termine di un vertice tra il responsabile dell'Istruzione Mariastella Gelmini e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Nel corso del quale è stato lo stesso ministro a proporre «di rinviare lo sciopero di venerdì, programmato prima che il Governo approvasse le linee guida e il decreto, e di continuare un proficuo lavoro di approfondimento dei problemi». Possibiliste si sono dichiarate due sigle confederali su tre. Per Alberto Civica (Uilpa) «è una questione di merito, nient'altro. Se il ministero ci verrà incontro su una piattaforma che abbiamo definito – ha spiegato – revocheremo lo sciopero su università e ricerca, altrimenti andremo avanti». Sulla stessa linea Antonio Marsilia (Cisl università). Opposto il parere di Mimmo Pantaleo (Flc-Cgil) che ha abbandonato il tavolo reputando del «tutto insufficienti» le aperture della Gelmini perché «complessivamente vengono riconfermati i tagli previsti dalla legge 133 e l'impianto del decreto Brunetta». Gelmini a parte, la parola passa ora al ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta e al premier Silvio Berlusconi. Saranno loro, d'accordo con il titolare dell'Economia Giulio Tremonti, a dover quantificare le risorse finanziarie a disposizione per stabilizzare i precari della ricerca e procedere ai rinnovi contrattuali ancora in sospeso. La risposta definitiva è attesa per giovedì quando ci sarà un nuovo incontro tra le parti a cui parteciperà anche Brunetta. In quella sede si deciderà anche sulle sorti dello sciopero previsto per l'indomani. Certo è che un'eventuale risposta positiva potrebbe significare l'avvio del dialogo anche su altri aspetti della riforma Gelmini su università e ricerca: dalla rimodulazione dei tagli imposti dalla manovra d'estate alla condivisione dei contenuti dei Ddl con cui verranno recepite le linee guida rese note dal ministro dell'Istruzione giovedì scorso, fino alla modifica di alcune parti del decreto legge 180 (in vigore da ieri), ad esempio il divieto di procedere ad assunzioni per gli atenei con un costo del personale superiore al 90% del finanziamento statale. Una disposizione che le sigle sindacali vorrebbero diventasse più flessibile. Nel frattempo il Dl 180 è arrivato al Senato. Dopo il parere della commissione Affari costituzionali sulla presenza dei presupposti di necessità e urgenza, il testo verrà assegnato alla commissione Istruzione. Già scelto il nome del relatore: sarà Giuseppe Valditara. Chiamato a dare un giudizio sul testo l'esponente del Pdl vede con favore la «piramide rovesciata» che si punta a creare con la scelta di premiare soprattutto i giovani ricercatori. Sia sbloccando le 2.300 assunzioni già deliberate ma mai eseguite, sia stabilendo che sia destinato a queste figure il 60% dei posti creati con l'innalzamento del blocco del turn over dal 20 al 50 per cento. Novità, infine, anche sul fronte scuola. L'aula del Senato ha approvato in maniera bipartisan un emendamento alla legge di conversione del Dl 154 per il contenimento della spesa sanitaria e delle autonomie locali, che rinvia al 2010-2011 l'avvio del piano di ridimensionamento degli istituti scolastici, previsto in precedenza per il 2009-2010 (inclusa la chiusura degli istituti con meno di 50 alunni), e cancella il commissariamento automatico fissato originariamente per le Regioni inadempienti.
Il piano in esame dovrà essere concordato in
sede di Conferenza unificata entro il 15 giugno 2009. Fermo restando
l'obbligo per tutti gli istituti scolastici di comunicare entro il
31 dicembre 2008 gli interventi necessari per quanto riguarda le
spese del personale non docente e amministrativo per conseguire gli
obiettivi di finanza pubblica.
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