Il crollo delle Scuole e della Scuola

di Gianfranco Pignatelli da ReteScuole del 24.11.2008

Carenze funzionali e strutturali. Alla scuola italiana manca tutto. Colpa dell’inettitudine politica e della superficialità amministrativa dei ministri dell’istruzione. Ma soprattutto dell’ottusa miopia di premier e ministri dell’economia. E così le nostre scuole, di ogni ordine e grado, crollano. E non solo metaforicamente nelle classifiche OCSE ma, purtroppo, anche materialmente. Per l’uno e l’altro crollo, il ceto politico ha parole e solo parole. Denigratorie per chi ci lavora o di cordoglio per chi ci muore. A Torino come a San Giuliano di Puglia. Oggi come ieri.

Se la nostra fosse una democrazia reale, chi governa risponderebbe delle proprie responsabilità politiche o penali. Per il danno procurato ad intere generazioni ed al Paese nel suo insieme oppure per omicidio colposo.

Da anni – nel comparto scuola - governare fa solo rima con tagliare. Tagli eccessivi investono l’’ordinario: dalla conduzione didattica (scuole, tempo, aule, cattedre) alla manutenzione delle strutture. In compenso non si controllano gli sprechi delle risorse per progetti didattici di dubbia utilità, che rimpinguano le tasche dei dirigenti scolastici e di taluni insegnanti. Per l’’edilizia scolastica si fa poco e male. I lavori sono finanziati senza ponderare i tempi della burocrazia. Si esigono ribassi insostenibili. Non si vigila abbastanza sugli appalti, sui flussi di tangenti e sulla corretta esecuzione delle opere. Sono rimandati ad oltranza la messa in sicurezza degli edifici scolastici, concedendo all’edilizia pubblica molto più di quanto venga tollerato da quella privata. Di questo, magari se ne parla nei collegi dei docenti o nei consigli d’istituto. Qualche volta si verbalizza pure, ma poi rimane tutto lettera morta.

La mia denuncia ha un fondamento. Scrivo con cognizione di causa. Lo faccio da architetto e professore con esperienza trentennale. Ho avuto modo di conoscere scuole collocate in diversi contesti territoriali. Troppo spesso mi sono imbattuto in strutture fatiscenti ed inadeguate sul piano strutturale ed impiantistico, nelle quali erano disattese le più elementari norme di sicurezza. Poche quelle idonee. Gravi e quotidiani i rischi per l’incolumità di quanti frequentano e lavorano in quegli edifici. Dagli infortuni alla insalubrità dei luoghi, fino all’assenza delle più elementari norme igieniche e sanitarie. Nelle scuole italiane c’è di tutto. Mancano i controlli e, chi dovrebbe vigilare ed agire, s’appella alla mancanza di risorse. Il risultato? Tutti si sentono esenti da responsabilità. Tutti si lagnano e nessuno agisce. Quando ci scappano i morti il polverone mediatico confonde e non chiarisce. I concorsi di colpa, le connivenze ed il velo di omertà fanno il resto. La magistratura indaga, i periti accertano tutto ed il suo contrario. Il solo risultato è la dilatazione dei tempi, l’assoluzione se non sia subentrata già la prescrizione. Poi tutto riprende, come prima eppure peggio. Magari confidando in questo o quel santo protettore che ci risparmi da tutti i possibili danni procurati dalla sciatteria di sempre. Voto dopo voto, taglio dopo taglio, spreco dopo spreco, incuria dopo incuria, insabbiamento dopo insabbiamento. Magari con l’intermezzo di qualche commemorazione. Rituale anche questa, ovviamente.