L'autoriforma degli universitari:
stop alle lauree 3+2 e salario di 1.300 euro agli stagisti

Gli studenti: basta crediti e numero chiuso

La contestazione Il documento approvato da duemila giovani.
La Gelmini: «La spesa č fuori controllo
Presentato un «manifesto» in venti punti.
Berlusconi: «Sul decreto la sinistra ha ribaltato la realtą»

Fabrizio Caccia Il Corriere della Sera, 17.11.2008

ROMA — Duemila studenti, in rappresentanza di 25 atenei e 37 cittą italiane (Roma, Milano, Torino, Bologna, Pisa, Napoli...) hanno approvato ieri pomeriggio, a «La Sapienza», il «manifesto per l'autoriforma» dell'universitą. La «riforma dal basso», come la chiamano loro, i ragazzi dell'Onda Anomala. Due giorni di workshop, oltre 100 interventi e assemblee-fiume nei dipartimenti occupati dell'ateneo romano, hanno partorito undici pagine di proposte e 20 punti di programma, da oggi consultabili in rete ( www.ateneinrivolta.org). Eccone alcuni: abolizione del «sistema 3+2», delle diverse classi di docenza e del sistema dei crediti formativi; distribuzione dei finanziamenti direttamente ai gruppi di ricerca e non ai cosiddetti «baroni»; abolizione del numero chiuso e della frequenza obbligatoria; accesso gratuito per cinema, mense, musei e trasporti; minimo salario garantito (1.300 euro) riconosciuto a dottorandi, ricercatori precari e studenti impegnati in stage e tirocini. Il «manifesto per l'autoriforma » č stato approvato per acclamazione. Quindi, verso le 18, gli studenti venuti da fuori sono ripartiti in treno, dandosi appuntamento al 28 novembre per una nuova giornata di mobilitazione generale contro la legge 133.

Intanto, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, collegato telefonicamente con il convegno dei Popolari Liberali, ieri a Verona, ha difeso a spada tratta la riforma del suo governo: «Č incredibile come la sinistra sia riuscita a ribaltare la realtą di quanto contenuto nel decreto Gelmini e nelle altre nostre proposte per l'universitą». La Gelmini, dal canto suo, a margine di un convegno di Forza Italia a Rezzato, nel bresciano, ha parlato del governo Berlusconi come di un «esecutivo del cambiamento, per certi versi quasi di sinistra». E ha aggiunto: «Č innegabile che in questi ultimi anni la spesa dell'istruzione era fuori controllo». Al suo fianco, sempre ieri, si č schierato convintamente anche il presidente del Senato, Renato Schifani, intervenuto a Montecatini Terme all'assemblea dei Circoli del Buon Governo di Marcello Dell'Utri: «Basta col falso egualitarismo, che mette sullo stesso piano tutte le universitą, tutti i dipartimenti, tutti gli studenti. Basta con la distribuzione a pioggia delle risorse, basta con un'autonomia che spesso non č intesa come autonomia per una ricerca e un insegnamento liberi, ma come realizzazione di interessi di corporazioni, se non di gruppi familiari».