Scuola
Con i professori precari Penalizzati soprattutto i giovani di famiglie più svantaggiate ApCOM, 2.11.2008 Roma, 2 nov. (Apcom) - Più sono precari gli insegnanti e maggiore è il rischio di abbandono scolastico, soprattutto nel passaggio dalla scuola media alle superiori. È il risultato di uno studio di un ricercatore della Banca d'Italia, Sauro Mocetti, su "La selezione scolastica e le scelte dei giovani tra la fine della scuola media e l'inizio della secondaria superiore". Secondo il 'working paper' pubblicato da Palazzo Koch, i "rischi di insuccesso scolastico si riducono in presenza di una più favorevole composizione del corpo docente, vale a dire una minore incidenza di insegnanti con contratti a tempo determinato, di migliori infrastrutture scolastiche e di una maggiore diffusione del tempo prolungato nella scuola media". Quest'ultimo fattore, in particolare, sarebbe "particolarmente importante per i figli di genitori meno scolarizzati". La ricerca - che si basa su indagini Istat e dati sull'offerta scolastica locale - dimostra che "una larga parte della dispersione scolastica, la cui riduzione è tra i principali obiettivi dell'Unione europea, si genera nella transizione tra il primo ciclo di istruzione, che termina con il conseguimento della licenza media, e la scuola secondaria superiore. Già a 15 anni l'8% dei giovani è in ritardo rispetto al regolare corso degli studi e oltre il 4% è fuori dal sistema scolastico, con valori significativamente più elevati nel Mezzogiorno". Per un quindicenne, "la probabilità di essere in ritardo rispetto al regolare corso degli studi è fortemente correlata con lo status socioeconomico del padre e con il capitale culturale presente in famiglia, misurato dal livello di scolarità dei genitori: i figli di genitori con la sola licenza media ripetono l'anno con una probabilità 10 volte superiore a quella dei figli di genitori laureati". Tra quelli che raggiungono la licenza di terza media, poi, "la variabile più importante nello spiegare il successivo abbandono scolastico è il ritardo accumulato nella scuola media, soprattutto per i figli dei genitori meno scolarizzati". Tra i ragazzi che proseguono gli studi, spiega la ricerca, "la scelta del tipo di scuola riflette prevalentemente lo status socioeconomico della famiglia di origine e la canalizzazione degli studenti riproduce la stratificazione sociale tra le scuole. Un più alto livello di scolarità dei genitori è associato a una maggiore probabilità di scegliere i licei". Al contrario, "i figli di operai e lavoratori indipendenti mostrano una maggiore propensione a scegliere istituti tecnici e professionali, così come coloro che hanno accumulato un ritardo nella scuola media". Inoltre, "la probabilità di iscriversi alla secondaria superiore, specialmente negli istituti tecnici e professionali, risulta maggiore in presenza di una più elevata incidenza del terziario nel mercato del lavoro locale".
Nel complesso, conclude lo studio di Bankitalia, "i risultati della
ricerca evidenziano la difficoltà del sistema scolastico a offrire
ai giovani, soprattutto a quelli provenienti da famiglie più
svantaggiate, adeguate risorse e opportunità formative col risultato
di rinforzare, a partire dalla scuola dell'obbligo, i meccanismi di
stratificazione sociale". |