Gran Bretagna,
bambini depressi per i troppi compiti.
E i docenti attaccano il Governo: «I nostri
studenti sono infelici»
La Stampa del
12.3.2008
ROMA
Perché i bambini sono sempre più infelici? Gli insegnanti britannici
si mobilitano per comprendere le ragioni di una preoccupante
tendenza alla depressione fra i ragazzi in età scolare e intendono
chiedere al governo, come anticipa l’Independent, una commissione
d’inchiesta sugli effetti negativi del carico eccessivo di compiti a
casa (imposto dai programmi ministeriali).
La mossa senza precedenti della autorevole "British Association of
Teachers and Lecturers" (Atl, Associazione dei Docenti e Professori)
è la risposta a una serie di rapporti e studi scientifici sulla
fragilità dello stato mentale di molti dei sette milioni di studenti
delle "primary" e "secondary school" (dai 5 ai 16 anni) nel Regno
Unito.
L’Independent pubblica i contenuti di una mozione - sulla salute
mentale dei bambini in età scolare e sulla pressione sociale a cui
sono sottoposti - che sarà discussa alla conferenza annuale
dell’associazione, martedì prossimo, in cui gli insegnanti «prendono
nota con profonda preoccupazione che molti bambini nelle nostre
scuole sembrano infelici e ansiosi».
Un’altra mozione che sarà sottoposta ai delegati dell’Atl avverte
che «la disgregazione sociale e le rotture familiari stanno nuocendo
alla riuscita scolastica e alle performance di scuole e istituti
privati», mentre un terzo documento cita il numero crescente di
studenti portati al suicidio dalla «pressione accademica, sociale e
dei coetanei».
E numerose ricerche, in effetti, hanno individuato di questi tempi
un crescente malessere fra i bambini, soprattutto quelli che
frequentano le elementari. Nel febbraio 2007, l’Unicef ha constatato
che i ragazzini britannici sono i più infelici del mondo occidentale
per via della mancanza di una coesione sociale nel paese.
Poco dopo è uscita un’analisi approfondita di un team di studiosi di
Cambridge, capitanati dal professore Robin Alexander, che ha stimato
a 3,5 milioni il numero di bambini affetti da una preoccupante «perdità
dell’infanzia». I professori di Cambridge attribuivano questa
terrificante statistica all’ondata di «comportamento anti-sociale,
materialismo e culto delle celebrità» che sta travolgendo le scuole
elementari.
Un altro studio imputa il comportamento anti-sociale al rigido
sistema di esami e test scolastici imposto dal governo, basato su un
utilizzo ossessivo degli incentivi al raggiungimento di obiettivi.
Risale a prima di Natale, il "j’accuse" dell’Associazione dei
Docenti e Professori contro le autorità, giudicate responsabili
della «morte del gioco e del divertimento» nei programmi
ministeriali.
In questa stessa direzione, nella sua richiesta di una "Royal
Commission" (una commissione istituzionale indipendente), l’Atl
individua nell’eccessiva quantità di compiti a casa un forte
elemento di pressione nei confronti dei bambini, che li renderebbe
«infelici e ansiosi». In tal senso, gli insegnanti chiederanno di
rivedere il piano dei compiti a casa per i 3 milioni e mezzo di
studenti delle elementari e un’importante riduzione del carico di
studio per gli studenti delle secondarie.
Il lavoro domestico per gli studenti è aumentato in modo
considerevole dopo l’insediamento del Labour al governo nel 1997,
quando l’allora responsabile dell’Istruzione del partito, David
Blunkett pubblicò per la prima volta le linee guida dell’esecutivo
sulla quantità di compiti a casa da assegnare ai bambini fra i
quattro e i 16 anni. Nel documento, si raccomandavano 20 minuti di
studio ogni sera per i bambini di 4-5 anni, 20 minuti per quelli di
6-7, e fra i 90 minuti e le due ore per i 16enni che si preparano al
diploma. Un portavoce del Dipartimento governativo per i bambini, le
scuole e le famiglie ha precisato che «i compiti a casa non sono un
obbligo, semplicemente - ha aggiunto - incoraggiamo gli insegnanti
ad abituare gli allievi a lavorare anche fuori dalla classe».