Insegnanti di sostegno di R.P. La Tecnica della Scuola del 23.3.2008. Lo prevede un documento sull'integrazione degli alunni disabili approvato nei giorni scorsi dalla Conferenza Stato-Regioni. Il rapporto docenti-alunni dovrà essere di 1 a 2 in tutte le province italiane. L'accordo dovrà essere tradotto in appositi provvedimenti amministrativi. Anche in materia di integrazione degli alunni disabili la Conferenza Stato-Regioni ha raggiunto un accordo nel corso dell’ultima seduta del 20 marzo. La conferenza ha approvato un ampio documento sul "funzionamento e la messa a sistema dell'accoglienza e dell'integrazione degli studenti con disabilità" che prevede alcune importanti novità sia in merito agli organici sia in merito alla gestione stessa del personale e delle nomine. D’ora innanzi il rapporto tra docenti di sostegno e alunni disabili dovrebbe stabilizzarsi su un insegnante ogni due alunni; il rapporto, inoltre, dovrebbe progressivamente essere uniforme su tutto il territorio nazionale (attualmente il dato nazionale è il risultato di una media “alla Trilussa”: nelle regioni del sud si ha in media un insegnante di sostegno ogni 1,5 alunni disabili, nelle isole uno ogni 1,65, mentre nel Centro Italia il rapporto è di 2,25; nel Lazio si sfiora addirittura il rapporto di 1 a 3). Il documento approvato dalla Conferenza Stato-Regioni prevede un’altra importante novità: i docenti di sostegno, anziché essere titolari presso una istituzione scolastica, saranno gestiti da una unica scuola polo del territorio che provvederà ad assegnarli alle diverse scuole facendo attenzione sia alle disabilità degli alunni sia alla necessità di garantire, per quanto possibile, la continuità didattica. Il progetto è insomma quello di creare una vera e propria task force di zona per l'integrazione (l'ambito della scuola-polo dovrebbe coincidere all'incirca con quello del vecchio distretto scolastico). In pratica l’accordo Stato-Regioni prevede che il Ministero riveda diversi aspetti normativi e contrattuali. Una delle prime conseguenze potrebbe essere una diminuzione degli organici di sostegno al sud e un aumento al centro nord, ma per raggiungere questo obiettivo, bisognerà fare i conti con le norme contrattuali e con la necessità di ottenere anche il consenso delle organizzazioni sindacali. Per il momento si deve registrare il commento di Salvatore Nocera, vicepresidente della Fish (Federazione italiana superamento handicap) che accoglie favorevolmente l’idea della scuola-polo che rappresenterebbe però solo un passo "di fronte ad una marea di problemi".
Una delle questione principali, riguarda, secondo
Nocera, la formazione dei docenti di sostegno: "Una buona fetta non
ha la specializzazione: va bene che, di diritto o di fatto,
l'insegnante di sostegno è garantito, ma se non è specializzato cosa
ce ne facciamo?". |