Gli adolescenti senza infanzia.
da
Tuttoscuola, 25 marzo 2008
"Mamma, ho perso
l'infanzia", è il titolo dell'inchiesta sui giovanissimi che
"Panorama" dedica questa settimana alle ragazzine di scuola media.
Un preoccupante annuncio che merita attenzione da parte delle
famiglie e della scuola.
L'inchiesta si propone di verificare la fondatezza dell'allarme
lanciato da diversi sociologi secondo cui molti bambini cominciano a
bere a 10 anni, fanno sesso a 12, hanno come modelli quelli delle
babygang. Al termine del servizio quel quadro allarmante di
giovanissimi "bruciati" non viene completamente confermato ma
nemmeno smentito. I giovanissimi sono in molti casi adulti precoci,
una gioventù invecchiata, ma, soprattutto, una generazione spesso
sconosciuta ai genitori e agli insegnanti, una generazione la cui
vita quotidiana è un mistero per gli adulti.
"Un mistero racchiuso nelle loro camere - dice "Panorama" - dove
passano ore a chattare (ci sono casi di ragazzi che chattano dalle 4
del pomeriggo alle 4 della notte. Due ragazzini su tre - ha rilevato
l'8° rapporto di Eurispes e Telefono Azzurro sulla condizione
dell'infanzia e dell'adolescenza - sono assidui frequentatori di You
Tube.
Intorno ai 9 anni i bambini ottengono l'iPod, il primo cellulare a 8
anni, ma Messanger (la chat più usata) è gratis e spopola. A 12 anni
si informano sull'eros e a 15 lo hanno già praticato, caso mai nei
bagni della scuola. Le discoteche pomeridiane dei grandi centri
urbani, frequentate anni fa dai 15enni, oggi accolgono tanti
12.enni. "Il Messaggero" ha raccontato tante raccapriccianti storie
di "baby-cubiste", tra sesso e droghe leggere.
I genitori non lo sanno o a volte fanno finta di non saperlo; se
gira droga leggera tra gli adolescenti, e qualche insegnante attento
lo segnala alla mamma, può capitare che la risposta sia un sorriso
tra il complice e l'irresponsabile, tipico di chi ha da tempo
rinunciato ad esercitare l'autorità di genitore, preferendo quello
del genitore amico alla pari, privo di autorevolezza.
E la scuola rischia di essere sempre più sola.