Sempre meno gli investimenti
pubblici nell'istruzione.

 La Stampa del 3.3.2008

 

ROMA
L’Italia spende sempre meno per l’istruzione scolastica: l’incidenza della spesa per l’istruzione sulla spesa pubblica totale si è ridotta nel 2006 all’8,8%. Nel 1990 era pari al 10,3%. È quanto sottolinea Tuttoscuola in una rielaborazione basata sui recenti dati Istat sulle spese delle pubbliche amministrazioni. Dai dati emerge che, dal 1990 al 2006, anno dopo anno, i maggiori investimenti pubblici sono stati riservati ad altri settori, riducendo l’impegno verso la scuola e la formazione di un punto e mezzo in 16 anni.

Negli ultimi anni si è passati dal 9,5% del 2005 all’8,8% del 2006, con la spesa per l’istruzione rimasta praticamente invariata in valore assoluto (65,7 miliardi di euro) a fronte di un incremento della spesa totale del 7,9% tra il 2005 e il 2006. Se la spesa per scuola e formazione fosse cresciuta in questo arco di tempo secondo la media della spesa pubblica totale oggi ci sarebbero 10,8 miliardi di euro di risorse aggiuntive per l’istruzione ogni anno.

Per questo, anche alla luce dei posti sempre più in fondo nelle graduatorie internazionali sull’apprendimento occupati dagli studenti italiani, Tuttoscuola chiede che il primo impegno del nuovo Governo sia quello di tradurre gli obiettivi politici «in misure di accompagnamento concrete e significative, a cominciare da consistenti investimenti economici sulla scuola» e avanza una proposta: riportare l’incidenza della spesa per l’istruzione al 10,3% della spesa pubblica totale (come nel 1990) entro la fine della prossima legislatura, cioè nel 2013, e ai valori del 2005, cioè al 9,5% già nel 2009, con la prossima Finanziaria.

In termini di rapporto tra spesa per l’istruzione e Pil, questo vorrebbe dire elevare entro il 2013 l’attuale 4,5% al 5%, che sarebbe comunque molto meno dell’attuale 5,6% della Francia e del 6,1% della media dei Paesi Ocse. I partiti dovranno impegnarsi a sostenere quest’obiettivo nel nuovo Parlamento a prescindere dalla loro collocazione, al governo o all’opposizione.