Scuole pulite:
ferve il dibattito.
da
Tuttoscuola, 29 marzo 2008
La
notizia-provocazione lanciata da Tuttoscuola sugli elevati costi del
personale ausiliario per la scuola italiana (167.000 unità, per
quasi 4 miliardi di euro all'anno), a fronte dei quali non sono
sempre riscontrabili visibili benefici, ha suscitato tra i nostri
lettori, e anche sulla stampa nazionale, un turbinio di reazioni,
che si sono concentrate sulla questione centrale: di chi deve tenere
pulite le scuole? I "bidelli" (collaboratori scolastici) o gli
allievi stessi, con il sostegno e la guida degli insegnanti e dei
genitori, come avviene in altre scuole del mondo?
Le reazioni si sono polarizzate su due posizioni: quella di chi
ritiene che tale compito spetti in esclusiva a detto personale (in
tal senso si esprimono i diretti interessati, che difendono il loro
ruolo e il loro posto di lavoro, e una parte degli insegnanti), e
quella di chi fa della pulizia delle scuole un aspetto del più
complessivo problema del rispetto dell'istituzione, e punta quindi
su un diverso comportamento da parte dei suoi attori, a partire
dagli allievi.
Su questa seconda posizione, che comporterebbe la finalizzazione di
una parte del tempo-scuola ad attività di formazione teorico-pratica
degli allievi in materia di educazione ambientale, e più ampiamente
alla convivenza civile, si attestano una parte degli insegnanti e
dei genitori, e alcuni influenti opinion makers, come lo scrittore e
giornalista Corrado Augias, che su Repubblica del 23 marzo 2008
torna sull'argomento, e riportando il pensiero di alcuni lettori
intitola la sua rubrica "L'aiuto a tenere pulita la scuola è
civiltà". Il dibattito è aperto.