La rivincita degli istituti tecnici.
da
Tuttoscuola, 21 marzo 2008
Le prime informazioni
sull'andamento delle iscrizioni per il 2008-2009 riservano una
doppia sorpresa, ed è l'interruzione della pluriennale tendenza al
calo delle domande di ammissione agli istituti tecnici da una parte,
cui si affianca la diminuzione dell'1% delle domande del finora
sempre crescente liceo scientifico dall'altra.
Alla riapertura delle scuole a settembre, se i dati saranno
confermati, il 34,2% degli allievi frequenterà un istituto tecnico
(33,9% nel 2007-2008), e il 22,5% un istituto professionale, per un
totale del 56,7% delle scelte, cui si può aggiungere il 3,6% degli
istituti d'arte, più affini all'area tecnico-professionale che a
quella liceale.
La macroarea tecnico-professionale e di arte applicata torna così a
superare il 60% della popolazione scolastica, mentre quella liceale
si attesta circa al 40%. C'è da chiedersi se e quanto abbia influito
su questa inversione di tendenza - un trend che durava ormai da
quasi quindici anni - la decisione del governo Prodi-Fioroni di
annullare la licealizzazione dell'istruzione tecnica prevista dalla
riforma Moratti.
E' forse presto per parlare di una rivincita dei tecnici, la cui
discesa, iniziata nei primi anni novanta, è proseguita in modo
uniforme sia durante la legislatura dell'ulivo (1996-2001), sia in
quella successiva, a guida del centro-destra, con un calo
complessivo dell'8%. Va inoltre tenuto presente che la tendenza a
spostare i percorsi di specializzazione tecnica a livello
postsecondario ha dimensione internazionale.
Ciò premesso, è anche vero che solo con il governo Prodi-Fioroni è
stata riconosciuta all'istruzione tecnica una sua distinta e
specifica identità, al di là non solo della riforma Moratti ma anche
del modello panlicealistico cui si era ispirata la riforma
Berlinguer. E può darsi che questa sia pur lieve inversione nelle
preferenze delle famiglie induca il futuro governo a rispettare la
ritrovata identità dell'istruzione tecnica.