Elezioni: la scuola è una priorità.

Pasquale Almirante da La Sicilia del 9.3.2008

 

Da 313 gli Istituti tecnici passeranno a 10 e quelli professionali da 348 a 19, sfoltendo così un bosco con pochi indirizzi ma chiari, come è il sistema europeo, e con conseguente riduzione di orario e di materie che poi consentono risparmi notevoli perché si dovrebbe passare da una media di 36/40 ore a settimana a 32. Il problema sarà ora l'applicazione di questo decreto, voluto dal centrosinistra visto che le camere sono sciolte con le commissioni competenti. Era un atto dovuto, dice Fioroni, ma lancia pure la proposta di smetterla di considerare la scuola una roccaforte da conquistare, mentre il centrodestra, se vince le elezioni, dice di volere ripartire dalla riforma Moratti, col conseguente ritorno dei professionali alle Regioni, per cui anche questo sfoltimento rischia di essere bloccato o modificato. Intanto nel pieno della campagna elettorale Confindustria propone di rafforzare la capacità competitiva della scuola pubblica, «promuovere la competizione e l'emulazione tra le scuole sia statali che paritarie, riconoscere il merito tra gli insegnanti con la selezione, la remunerazione, la carriera», in guisa proprio di una azienda. Anche i sindacati pongono delle priorità, come la laicità della istruzione, la sua dimensione statale, la qualità formativa e il reclutamento snello ed efficace del personale con remunerazioni adeguate. Per la Gilda degli insegnanti «è necessaria una moratoria nelle cosiddette riforme», per «una scuola seria, con insegnanti qualificati».

Il motivo conduttore, dunque, di tutte le proposte politiche e sindacali è rivolto proprio alla riqualificazione dei docenti, da cui si evince che l'istruzione ruota attorno a loro per cui sembrerebbe paradossale non interessarsene, valutandoli ma premiandoli, incentivandone la carriera ma non abbandonandoli a se stessi. Anche Fioroni pone priorità: serietà e merito; autonomia; parità pubblico-privato; nuovo sistema di formazione, reclutamento e carriera dei docenti. Sulla questione della parità tuttavia si è aperta una nuova breccia perché ciò che riguarda tutti deve essere approvato da tutti ed essere utile a tutti. Sembrerebbe infatti strano dirottare parte delle nostre tasse per pagare una scuola privata gestita da un gruppo qualunque, come lo sarebbe di finanziare con soldi pubblici un locale dove l'ingresso è consentito solo ai suoi estimatori.