Bastico, presentato il piano
degli istituti tecnici.
La Stampa del
4.3.2008
ROMA
È stato presentato oggi l’impianto culturale e curriculare degli
istituti tecnici e professionali, che sono parte essenziale
dell’ordinamento nazionale dell’istruzione superiore, dopo il
superamento della riforma Moratti, in cui l’istruzione tecnica era
confluita nei licei (economico e tecnologico) e quella professionale
trasferita alle Regioni. I contenuti sono il frutto del lavoro di
una commissione di esperti presieduta dal prof. Alberto Felice De
Toni, Preside della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Udine.
«Abbiamo inteso valorizzare il grande patrimonio italiano della
scuola tecnica e professionale, aumentando la sua capacità di
attrazione», ha spiegato il Vice Ministro alla Pubblica Istruzione,
Mariangela Bastico. «Voglio ricordare, che tanti imprenditori di
successo, famosi in Italia e nel mondo, si sono formati in queste
scuole. Inoltre la presenza di ottimi istituti tecnici ha costituito
un volano essenziale per la qualità dello sviluppo economico e
sociale del territorio».
Nel corso della mattinata sono state presentate cinque relazioni,
che costituiscono il frutto del lavoro della commissione, distinto
in un documento base e in quattro specifici approfondimenti. «La
commissione ha individuato assi culturali e principi applicabili
all’intero ordinamento dell’istruzione superiore e non solo a quella
tecnica e professionale: la relazione tra azione e conoscenza
-spiega Bastico - tra sapere e saper fare, la valorizzazione delle
diverse intelligenze dei ragazzi, le innovazioni della didattica e
il rapporto tra scuola e mondo del lavoro».
Questi i punti essenziali dell’innovazione su istruzione tecnica e
professionale: una forte riduzione della frammentazione degli
indirizzi, che passano da 315 a 10 per l’istruzione tecnica e da 35
a 9 per quella professionale; la definizione dei livelli di
conoscenza e di competenza che corrispondono ai diversi titoli di
studio in uscita (diplomi), che consentono l’accesso al mondo del
lavoro e all’università; la quinquennalità dei percorsi di
istruzione tecnica e professionale, anche se per questi ultimi è
garantito uno sbocco triennale per il conseguimento di una qualifica
professionale.
Tra gli altri punti essenziali, le qualifiche professionali verranno
definite sulla base di un accordo tra Stato e Regioni per garantire
la spendibilità del titolo a livello nazionale ed europeo; la
valorizzazione dell’autonomia scolastica, attraverso il progressivo
aumento nelle ultime tre classi del quinquennio del monte ore a
disposizione delle autonomie stesse (pari attualmente al 20%).
«Accanto alla valorizzazione dell’autonomia occorre inserire
elementi di valutazione -ha affermato Bastico - non può esistere,
infatti, autonomia senza responsabilità rispetto a risultati di
apprendimento dei ragazzi. Intendiamo raccogliere osservazioni
proposte dalle Regioni e gli enti locali, dalle parti sociali, dalle
associazioni professionali e dal mondo della scuola che
contribuiranno a determinare il documento conclusivo e la proposta
di regolamento, che verranno consegnate al nuovo governo e alle
commissioni parlamentari. Auspico - ha concluso - che su un terreno
così importante per il futuro della scuola ci sia ampia condivisione
e la volontà di dare continuità a questo percorso, indipendentemente
da chi sarà al governo del Paese.»